Zingaretti blinda il Governo Conte. Il nuovo partito può attendere, la priorità è l’Esecutivo. Per il leader dem è una sfida da vincere per il Paese

Il nuovo partito può attendere, la priorità ora è l’Esecutivo con i Cinque Stelle. La due giorni di ritiro del Pd nell’abbazia di San Pastore a Contigliano, in provincia di Rieti, si è conclusa con il rilancio di una nuove fase del governo Conte bis. In attesa dell’esito delle Regionali in Emilia Romagna e Calabria, e soprattutto della verifica di maggioranza fissata a fine mese, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, detta la linea. “E’ tempo di una nuova fase, dobbiamo attivare tutte le forze in campo, quelle del governo e quelle della maggioranza, e poi dobbiamo aprire il partito alla società”. Nel discorso conclusivo del conclave dem a Contigliano, il governatore del Lazio ha rivendicato la scelta di far partire con il Movimento 5 Stelle il Conte bis: “Abbiamo salvato l’Italia da una catastrofe economica, sociale e culturale, sono serenamente convinto che abbiamo fatto bene a fare la scelta di varare questo governo, era una scommessa e in questi mesi c’è stato un surplus di polemiche che abbiamo tentato di sedare”.

Il segretario dem propone ora al suo partito di fare uno “scatto in avanti per aiutare questo governo e questa maggioranza a vincere la sfida e lasciare alle nostre spalle il chiacchiericcio. Noi non siamo subalterni”. Sul futuro del Pd, è di pochi giorni fa l’annuncio di voler fare un partito nuovo, il leader dem è stato chiaro: “Il Pd è l’unico grande pilastro e baluardo contro l’arroganza delle destre, dal Nord al Sud, per ricostruire un progetto credibile di sviluppo del nostro Paese – ha spiegato -. Visto che sono accusato di voler sciogliere il partito, abbiamo deciso di fare queste due giornate ed è stata la prima volta che questa squadra si è riunita con questa formula del seminario per mettere insieme le idee per salvare il Paese”.

Nella due giorni si è parlato anche di alleanze per allargare il campo del Centrosinistra. Chiusura totale dell’ex del presidente dem, Matteo Orfini, ad ogni ipotesi di matrimonio tra Pd e M5S “che di sinistra non è, sarebbe un errore drammatico e stiamo caricando troppo di aspettative questo Governo. Noi siamo per il lavoro, non per il reddito di cittadinanza, uno dei tanti esempi. Stiamo incubando i virus di subalternità più che aprire a una nuova stagione politica”. Meno critica la posizione del vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, che tanto ha lavorato per arrivare ad un accordo con i grillini: “Non vogliamo nessun matrimonio, ma diciamo che per governare il paese serve un’alleanza che abbia un progetto, altrimenti rischiamo di ottenere il minimo risultato con il massimo sforzo”.