Champions, la dura legge dell’ex: Salah trascina il Liverpool verso la finale. I Reds travolgono 5-2 la Roma nella semifinale d’andata. Ma i due gol nel finale dei giallorossi riaccendono la speranza. All’Olimpico però servirà un’altra impresa

Champions, la dura legge dell'ex: Salah trascina il Liverpool verso la finale. Il Liverpool travolge 5-2 la Roma. All'Olimpico però servirà un'altra impresa

La durissima legge dell’ex condanna la Roma, che si sveglia troppo tardi e ad Anfield rimedia un tremendo 5-2: il Salah-show punisce i giallorossi, due gol – uno più bello dell’altro – e due assist dell’egiziano (per Manè e Firmino, autore di una doppietta) lanciano il Liverpool (miglior attacco con 38 reti) a un passo dalla finale di Kiev, anche se la Roma – a segno nel finale con Dzeko e Perotti – versione Champions ha abituato a rimonte (vedi Barcellona) apparentemente impossibili.

Dopo una partenza incoraggiante, foraggiata dalla traversa di Kolarov dopo l’uscita per infortunio di Oxlade-Chamberlain, la Roma nel confermato assetto europeo – il 3-4-3, con Under preferito inizialmente a Schick nel tridente con Dzeko e Nainggolan – ha improvvisamente iniziato a lasciare campo ai Reds: errore imperdonabile, perché la velocità e la tecnica delle frecce offensive Salah-Firmino-Sanè negli spazi risulta letale. A dare vigore al tridente di Klopp anche i continui inserimenti di Wijnaldum, entrato in campo al 18’ dopo che Oxlade-Chamberlain si è dovuto arrendere a un problema al ginocchio. Quello che sembrava un guaio per il Liverpool – già privo di elementi chiave come Matip ed Emre Can – si è invece rivelato una risorsa in più. Detto di un buon inizio della Roma, con il legno di Kolarov (errore di Karius), dopo la mezz’ora il Liverpool ha avuto vita facile: un paio di occasioni fallite da Manè, il sinistro di Salah sul quale Alisson è arrivato. Al minuto 36 la svolta del match: Dzeko e Strootman giocano male palla sulla trequarti giallorossa, Milner trova Salah che si inventa una conclusione che si infila, imparabile, all’incrocio dei pali. Magia dell’egiziano, che non esulta ma esalta Anfield. Il tutto mentre la Roma è letteralmente sparita dal campo, rischiando di subire il bis poco dopo: Lovren solissimo sul corner di Milner, traversa piena; poi Wijnaldum in fuga tra Manolas e Juan Jesus: Alisson c’è. Non c’è la Roma, che subisce il 2-0 al 45’ con disarmante facilità: Firmino salta Manolas e verticalizza per Salah, che con uno strepitoso tocco sotto manda in estasi il Liverpool.

L’uragano rosso non si placa neppure in avvio di ripresa, quando Di Francesco toglie uno spaesato Under inserendo Schick: Salah, scattato in posizione di fuorigioco, stavolta si traveste da uomo assist, stavolta Manè non sbaglia e arriva il 3-0. Un incubo senza fine. Se Alisson riesce a salvare su Robertson, al 61’ altra giocata sopraffina di Salah, che salta Juan Jesus con irrisoria facilità e consegna a Firmino il pallone del 4-0. Con colpevole ritardo Di Francesco torna al 4-3-3 con Gonalons e Perotti per De Rossi e Juan Jesus, ma la Roma è inesistente pure su calcio piazzato: facile facile per Firmino realizzare il pokerissimo di testa. Esce Salah tra gli applausi e il Liverpool si siede. Schick (due volte) mette in apprensione la retroguardia inglese, che conferma i suoi limiti quando viene attaccata. E infatti, al minuto 81, su lancio di Nainggolan, Lovren sbaglia l’intervento e spalanca un’autostrada a Dzeko, glaciale davanti a Karius; insiste la Roma, Milner col braccio sul tiro di Nainggolan, per Brych è rigore che Perotti trasforma con freddezza. Dzeko, Perotti e Nainggolan avrebbero anche la possibilità del terzo gol ma finisce 5-2. Servirà un miracolo ma per come si era messa, almeno il ritorno, in programma tra otto giorni all’Olimpico, ha un senso.
(ITALPRESS).