La crescita secondo l’Istat. Il Pil fa segnare +0,8% ma è sotto i livelli del 2000 e inferiore alle stime Def. Quanto basta per l’autocelebrazione renziana sui social

Come spesso accade ci pensano i dati Istat a risollevare l’umore del premier. Dati positivi, per carità, ma sempre inferiori a quanto era stato stimato nel Documento di economia e finanza. Gli ultimi dati diffusi oggi dall’Istituto nazionale di statistica fanno segnare un Pil che avanza a +0,8% dopo tre anni in calo. Meglio di niente, però, occorre sottolineare che la previsione contenuta nella nota di aggiornamento al Def dello scorso settembre indicava un +0,9%. Inoltre “il Pil in volume resta ancora al di sotto del livello registrato nel 2000”.

Andiamo poi al rapporto deficit/pil che nel 2015 è stato pari al 2,6%, dopo il 3% del 2014. Migliorano anche i dati del debito italiano che è pari al 132,6% del Pil. Anche qui però il dato risulta essere inferiore rispetto alle previsioni del Governo che nella nota Def indicavano un rapporto del 132,8%. In valore assoluto, il debito del 2015 si attesta a circa 2.170 miliardi di euro. C’è ancora molto da fare.

I dati Istat certificano anche la discesa della pressione fiscale che si attesta al 43,3% del Pil. Sì, è vero che si tratta del livello più basso dal 2011 quando si era toccata quota 41,6%, ma stiamo parlando ancora di cifre da capogiro che scoraggiano chiunque voglia investire nel nostro Paese.

Dati se vogliamo anche leggermente positivi, ma non così positivi da far così tanto clamore. Eppure il premier, Matteo Renzi, ha pensato bene di dar fiato alle trombe trionfanti. Come se il nostro Paese fosse ora in una fase di splendore. “I numeri dimostrano che l’Italia è tornata. Non la lasceremo in mano ai catastrofisti che godono quando le cose vanno male”, ha scritto su Facebook con tanto di premessa, Avviso: post urticante per gufi e talk”. Poi continua con il suo autoincensamento: “Con questo Governo le tasse vanno giù, gli occupati vanno su, le chiacchiere dei gufi invece stanno a zero. Il Pil. A inizio del 2015 avevamo immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%”, ha scritto ancora Renzi citando i dati diffusi oggi dall’Istat”. E ancora sul lavoro: “Il boom del JobsAct è impressionante. Nei due anni del nostro Governo abbiamo raggiunto l’obiettivo di quasi mezzo milione di posti di lavoro stabili in più. E Inps ricorda come siano aumentati i contratti a tempo indeterminato nel 2015 di qualcosa come 764.000 unità!”. Siamo una penisola felice: parola del premier. Non dei fatti reali.