Forza Italia non si rassegna. Ora gioco di squadra e basta diktat dalla Lega. Parla Giammanco (FI): “Berlusconi rifletta sul risultato delle Regionali. Il Mezzogiorno non va dimenticato”

Con l’elezione di Jole Santelli e Forza Italia primo partito della coalizione di centrodestra in Calabria, chi dava per morto Silvio Berlusconi dovrà ricredersi. Adesso, però, la parola d’ordine, deve essere “Ripartire dal sud”. Che non può più essere lasciato indietro: “Non possiamo più accettare di vivere in un Paese che viaggia a due velocità”. Ne è convinta Gabriella Giammanco vice-capogruppo di Forza Italia al Senato e portavoce del partito in Sicilia: “Gli ultimi dati Istat che riportano la differenza fra il reddito pro capite dei cittadini del nord e quelli del sud sono disarmanti, la forza politica destinata a governare nei prossimi anni non potrà che essere quella che riuscirà ad interpretare le esigenze del meridione e dare risposte concrete. La questione meridionale non è mai stata risolta e ormai è un’emergenza nazionale. La politica ne deve prendere atto, il dato calabrese conferma che FI sopravvive grazie alle regioni del sud: questo dovrebbe far riflettere il presidente Berlusconi. Il nostro partito ha da sempre qui il suo bacino elettorale e mai come oggi questo è evidente; anche la caduta libera del Movimento 5 Stelle ci deve far riflettere”.

Pensa che molti elettori dei 5Stelle delusi abbiano scelto voi?
“Molti elettori avevano scelto il Movimento attratti da promesse che poi di fatto sono state disattese: non puoi offrire il reddito di cittadinanza senza proporre soluzioni concrete al problema della disoccupazione. In Calabria come in Sicilia questo è un tema di primaria importanza, a cui i meridionali sono particolarmente sensibili. I grillini sono stati assenti anche sulle infrastrutture necessarie al Paese. È giusto garantire un reddito di dignità ma poi occorre anche intervenire sulle politiche attive del lavoro e creare sviluppo”.

Queste elezioni hanno rappresentato una battuta di arresto di Salvini nella sua scalata “in solitaria”. Pensa che il suo rapporto con gli alleati debba essere ripensato?
“Sicuramente questi risultati devono far riflettere Salvini sul fatto che non ci possono essere all’interno della coalizione diktat e prevaricazioni, occorre un gioco di squadra che porti a risultati vincenti. Mi auguro che si possa trarne questo insegnamento: siamo forti se siamo uniti, ma questo FI lo dice da tempi non sospetti, pur riconoscendo in Salvini il leader della coalizione. è il leader che al momento guida il partito più forte e sottolineo al momento perchè è evidente che oggi l’elettorato è volatile”.

In Puglia Fitto e in Campania Caldoro. I patti erano questi. A FI va bene così?
“Noi abbiamo sempre rispettato gli accordi a cui si arriva in maniera collegiale. FI non verrà meno, non è nel nostro stile. Anche quando la Lega aveva percentuali ad una cifra, Berlusconi, per la sua natura dialogante, ha sempre rispettato gli alleati”.

Al di là dei candidati, i “toni” delle prossime campagne elettorali del centrodestra devono essere ripensati?
“Il mio partito ha sempre utilizzato il buon senso, senza esasperazioni. La gente vuol essere ascoltata, vuole soluzioni e non slogan”.