I seggi di Ostia sotto scorta. Minniti manda la celere a presidiare il ballottaggio nel feudo degli Spada. E intanto il fratello del boss Carmine che ha aggredito un giornalista davanti alle telecamere resta in carcere. C’è anche lui al vertice del clan

A Ostia il ballottaggio è a rischio. Minniti vuole presidiare i seggi. Roberto Spada? "Al vertice del clan"

Dopo l’intervista rilasciata ieri da Marco Minniti al Corriere della Sera nella quale il ministro dell’Interno ha annunciato un “piano di controllo dei seggi fisico e investigativo” con presidi delle forze dell’ordine nei luoghi del voto, quella che era un’intenzione è diventata di fatto realtà. Il Prefetto di Roma, infatti, ha convocato a Ostia per martedì 14 novembre il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, alla presenza della sindaca Virginia Raggi, dei vertici delle forze dell’ordine e del rappresentante della Procura distrettuale antimafia, per modulare, “anche alla luce dei gravi episodi verificatisi nei giorni scorsi, il sistema di controllo del territorio in vista del turno di ballottaggio previsto per domenica 19 novembre  per l’elezione del Presidente del Municipio X di Roma Capitale”. Insomma, l’idea è concretamente quella di presidiare i seggi. E un motivo, concreto, c’è. Ed emerge dalle venti pagine del provvedimento con cui i pm Giovanni Musarò e Ilaria Calò hanno motivato il trasferimento di Roberto Spada nel carcere di Regina Coeli e ricostruito il contesto criminale e mafioso nel quale si è consumata la vicenda. Spada, si legge infatti nel provvedimento, “comanda” e “può dare ordini” all’interno del suo clan. Parole pronunciate da collaboratori di giustizia e riportate dai pm per descrive l‘aggressore del giornalista Daniele Piervicenzi, fermato due giorni fa dai carabinieri. “Dichiarazioni convergenti” di due pentiti lo dipingono come un uomo “con un ruolo di vertice” del clan. Insomma, quello che per ora era stato presentato come incensurato e fratello di “Romoletto”, che sta scontando una pena di 10 anni per estorsione aggravata, sarebbe un capoclan.  Da qui l’aggressione all’inviato di Nemo. Un’azione per la quale ora è indagato per lesioni aggravate e violenza privata con l’aggravante di aver agito in un contesto mafioso. Vedremo dopo l’interrogatorio previsto per oggi se alla fine il gip deciderà di convalidare il fermo.

Vantaggio a 5 Stelle – In questo clima, intanto, prosegue la campagna elettorale che, inevitabilmente, si mescola e si fonde con le notizie di cronaca. Specie dopo l’ospitata di Virginia Raggi di giovedì sera a Nemo, non sono pochi nella coalizione di centrodestra che temono che la vicenda di Spada possa influire sul voto. Il passaggio è semplice: nonostante Casapound non appoggerà al ballottaggio né i 5 stelle né il centrodestra, agli occhi dell’opinione pubblica la vicinanza tra la formazione neofascista e la candidata sindaco di Fratelli d’Italia, Monica Picca, resta. Ed è più di un timore, considerando ad esempio l’uscita di ieri di Mario Giro, uno dei pochi che ha criticato l’iniziativa di presidio avanzata da Minniti: “Sbagliatissimo mandare controlli ai seggi durante il ballottaggio di Ostia. Così – ha detto il responsabile nazionale dei Dipartimenti di Forza Italia – si produrrà un forte condizionamento e la gente non andrà a votare e avremo un astensionismo alle stelle”. Ma più che l’astensionismo alle stelle, forse preoccupano i 5 stelle.