Il business della sanità digitale

di Stefano Sansonetti

Sulla carta non ci sono dubbi. Se per “sanità digitale” si intende tutta una serie di investimenti per far funzionare meglio il settore, con tanto di risparmi, ben vengano idee e progetti. In questo caso, però, qualche curiosità spunta fuori dalla genesi della proposta. Al ministero della salute, guidato da Beatrice Lorenzin, stanno studiando nel dettaglio il cosiddetto “Ecosistema digitale”, in pratica un progetto di “digitalizzazione” dei processi amministrativi dagli obiettivi virtuosi. Il suo perno, in particolare, sarebbe costituito dall’introduzione del fascicolo sanitario elettronico. Si dà però il caso che la proposta, sostenuta da alcuni grandi gruppi Ict, sia stata veicolata dall’Associazione Nova. Di che si tratta? Parliamo di un ente presieduto da un deputato del Pd, Federico Gelli, toscano della provincia di Pisa, ex boy scout e renziano di ferro.

IL RETROSCENA
L’associazione, che come tale è un ente non profit, “lavora per promuovere la cultura e la politica dell’innovazione, legata in particolare ai temi della sanità, della ricerca e della semplificazione”. Questo si può leggere a proposito della sua “mission”. Ma nel suo consiglio direttivo spuntano fuori manager di alcune gradi aziende hi-tech. C’è per esempio Stefano Cinquini, sales manager settore pubblico di Telecom in Toscana, Marche e Umbria. E c’è Stefano Orselli, district manager presso Philips Healthcare. Per non parlare di Umberto Bessi (Axiom) e Patrizio Donnini (Dotmedia), imprenditori che guidano aziende fiorentine e che sono molto vicini al presidente del consiglio (sul sito di Dotmedia campeggiano ancora oggi immagini su vecchie primarie di Matteo Renzi). Vicepresidente di Nova, tra le altre cose, è Carlo Mochi Sismondi, da tempo immemorabile presidente del ForumPa. Poi si stagliano altri grandi gruppi che si sono già schierati a sostegno del progetto dell’ “ecosistema digitale”. Tra questi, a quanto filtra, ci sarebbero anche Poste Italiane, Engineering (la società presieduta da Michele Cinaglia nel cui capitale c’è con il 29,9% un fondo della banca americana Jp Morgan), Dedalus (altra azienda fiorentina attiva nel settore del software clinico sanitario), Exprivia, Insiel Mercato e NoemaLife.

IL CONTESTO
Ora, è sin troppo intuitivo che la realizzazione di questo piano rientra nell’interesse di tutte le società i cui manager siedono in Associazione Nova e di tutte quelle che lo stanno più o meno apertamente sostenendo. Anche perché in ballo ci potrebbero essere miliardi di euro in commesse. Se poi molti degli interlocutori sono legati da un certo “renzismo” tanto di guadagnato. Di sicuro fa una certa impressione vedere un deputato Pd nelle vesti del lobbista in pressing sul ministero, seppure all’interno dell’organigramma di un’associazione non profit.

Twitter: @SSansonetti