Il contagio di Atene c’è già: torna a frenare l’occupazione. A sorpresa persi a maggio 63mila posti di lavoro. L’incertezza annulla i benefici di Bce e riforme

Contrordine. Quelli che ieri sembravano segnali positivi sul fronte dell’occupazione – con le stime di Unioncamere sulle potenziali assunzioni nei prossimi mesi – lasciano già il posto a nuovi avvertimenti sinistri, questa volta di fonte Istat. Per l’Istituto nazionale di statistica a maggio gli occupati sono diminuiti di 63mila unità (-0,3%) rispetto al mese precedente. Si sarebbe dunque fermato in quattro e quattrotto l’effetto del Jobs Act e delle riforme che invece nell’aprile scorso, sempre secondo i dati Istat, aveva fatto registrare un incoraggiante recupero degli occupati, con il tasso di disoccupazione sceso al 12,4%. Aprile era stato il primo mese a godere interamente dei nuovi benefici di legge per chi assume. E l’effetto c’era stato, con 159mila occupati in più nel mese. Sembrava l’inizio di un galoppo ma evidentemente il cavallo si è già azzoppato.

PAESE SCORAGGIATO
Così il tasso di disoccupazione, calcolato sempre dall’Istat, rimane stabile al 12,4%, tanto quanto il numero di disoccupati, su mese, mentre nei dodici mesi si registra un calo dell’1,8% (-59 mila). Dati che diventano come sempre molto più tristi se si circoscrive l’indagine ai più giovani. per loro entrare in azienda o trovare un impiego resta un miracolo e questo continua a costituire la vera piaga del mondo del lavoro. Con il nuovo calo dell’occupazione a maggio i giovani occupati di età compresa tra i 15 e i 24enni sono così diminuiti di un altro 2,8% rispetto ad aprile (-26 mila). L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età si attesta in questo modo al 10,6% (cioè poco più di un giovane su 10 è disoccupato). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) si ferma al 41,5%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente. A dimostrazione che la disoccupazione è un problema di mezza Europa, con le dovute eccezioni – come la Germania – ieri è arrivata l’ennesima conferma dai dati del mercato del lavoro dell’Eurozona.

L’EUROPA CORRE DI PIÙ
Il tasso di disoccupazione in Europa si è attestato all’11,1% a maggio, stabile rispetto ad aprile e in calo rispetto all’11,6% di maggio 2014. Eurostat segnala che è il più basso registrato nella zona euro dal marzo 2012. Anche il tasso di disoccupazione dell’Unione a 28 è risultato stabile a maggio al 9,6% rispetto ad aprile 2015, in calo dal 10,3% di maggio 2014 (tasso più basso dal luglio 2011). Questo perchè ci sono Paesi come la Germania, appunto, che viaggiano su livelli di cosiddetta piena occupazione mentre altri Stati che hanno toccato nei mesi scorsi i loro record storici di disoccupati iniziano a vedere qualche beneficio delle nuove politiche monetarie della Banca centrale. Ancora poco, ma qualche segnale positivo c’è. Come era sembrato che fosse pure per l’Italia. Segnali sui quali ora incombe la crisi greca.