Il Governo sta con i lavoratori. Ma bloccare più di così non si può. Girotto (M5S): “Solo il 30% delle imprese in attività. Salvini smetta di dire panzane. Ieri ero in Senato, lui?”

Nessun governo piegato ai voleri di Confindustria, altrimenti “i comparti protetti sarebbero stati molti di più”. E, d’altronde, sono i numeri a dirlo: “Col decreto di sabato scorso restano aperte poco più del 30% delle imprese: il compromesso mi sembra accettabile”. È per questa ragione che il senatore del Movimento 5 stelle Gianni Girotto, presidente della Commissione Industria a Palazzo Madama, spera che gli annunciati scioperi contro le misure ritenute dai sindacati “troppo blande” dell’ultimo decreto approvato sabato dal Governo, alla fine rientreranno: “Le paure dei lavoratori sono le nostre paure. Ma la giornata di sabato è stata la peggiore sul fronte dell’emergenza: un ulteriore giro di vite era necessario, per quanto doloroso”.

Può dirsi soddisfatto, dunque, dell’ulteriore stretta?
C’è chi sostiene che bisognava chiudere di più, chi invece che era meglio lasciar lavorare più segmenti produttivi. Il governo ha cercato di trovare un punto di equilibrio dopo aver ascoltato sindacati e imprenditori. Col Dpcm dell’esecutivo restano aperte poco più del 30% delle imprese: il compromesso mi sembra accettabile. Spero che nessuno dubiti del fatto che stiamo provando a fare di tutto per non far crescere il numero dei morti.

Ci sono state polemiche da parte dell’opposizione, secondo cui il Governo avrebbe esautorato il Parlamento. È così?
Dispiace vedere i leader d’opposizioni raccontare panzane ai cittadini in diretta tv. Il Parlamento non si è mai fermato: le capigruppo, anzi, si sono riunite per cercare di accelerare l’esame dei provvedimenti. Con i miei colleghi della commissione Industria non abbiamo mai smesso di lavorare, e anche nello scorso week end abbiamo terminato il lavoro di elaborazione di una serie di proposte che magari non entreranno in decreti già varati, ma che potrebbero rappresentare la base di partenza per quelli futuri. Come ad esempio un nuovo Dl Crescita, a cui ha già fatto riferimento il ministro Patuanelli. Oltretutto, i politici che vorrebbero il Parlamento aperto h24 sono gli stessi che si sono distinti come campioni di assenteismo negli ultimi due anni, confrontate i dati di presenza in Aula e Commissione. Io ieri ero in Senato. Salvini dov’era?

Nel frattempo continua lo scontro tra Regione Lombardia e governo, che ora va avanti a carte bollate e ordinanze. Crede che la Lombardia, vista l’emergenza e la drammaticità dei numeri, sia giustificata a procedere anche in maniera autonoma con regole ancora più ferree?
La Lombardia sta vivendo un mese di marzo drammatico, fare scelte giuste non è facile. Però mi preme ricordare che un mese fa, all’inizio di questa escalation legata al Covid-19, i membri della giunta lombarda e sindaci delle principali città erano i primi a dire che bisognava andare avanti. L’hashtag #Milanonsiferma lo rammentiamo tutti, poi la situazione ha raggiunto una gravità inimmaginabile. Capisco il travaglio di Fontana, ma le cosiddette “sfide” a colpi d’ordinanza non fanno il bene del Paese e dei lombardi. I primi ad avere ritrosie a fermarsi sono proprio gli industriali lombardi: in questo momento la salute dei lavoratori è al primo posto e che le misure adottate dal governo possano funzionare.

A proposito del lockdown, ci sono state diverse critiche per il fatto che tante realtà industriali non chiuderanno. Non si sono allargate troppo le maglie?
Il governo ha tenuto conto di molteplici fattori. Se un’azienda produce beni o servizi non essenziali, ma è basilare per una filiera protetta di beni o servizi di prima necessità, mi sembra logico che debba continuare a lavorare. Sempre adottando tutti i protocolli di sicurezza per i lavoratori. Bloccare più di così era difficile.

Tra le attività che non si fermeranno ci sono anche le industrie della difesa. Come possono essere ritenute essenziali in questo periodo?
Perchè sviluppano nuove tecnologie, compiono scoperte e miglioramenti che poi “ricadono” a cascata nel mondo di tutti i giorni (il GPS ad es. lo conoscete tutti no?). E comunque l’elenco è stato stilato dopo lunghe interlocuzioni: c’è ancora chi va avanti con la filippica del governo piegato ai voleri di Confindustria, ma non è così. Altrimenti i comparti “protetti” sarebbero stati molti di più.

Crede che alla fine gli annunciati scioperi rientreranno?
Me lo auguro. Le paure dei lavoratori sono le nostre, faremo di tutto per scongiurare ogni rischio per chi ancora è in prima linea a garantirci, cibo, farmaci e servizi primari. Ora l’obiettivo è arrestare il virus o di restrizioni ce ne darà altre lui stesso.