Università, il numero chiuso

di Sergio Castelli

Ricorsi su ricorsi per bandire il numero chiuso all’Università. Gli studenti sono pronti a dare battaglia a tutti i corsi a numero programmato. E sull’onda dell’ultima sentenza del Tar del Lazio in materia, che riapre le porte a oltre mille studenti esclusi al test di settembre di Medicina, ora potrebbero arrivare ricorsi a valanga. I mille studenti esclusi nei test potranno ora immatricolarsi e altri 5 mila restano in attesa del pronunciamento dei giudici amministrativi. Il ricorso approvato dal tribunale amministrativo regionale abbatte letteralmente il bonus maturità. A proporlo l’Udu, il sindacato studentesco, che aveva promosso una vera e propria azione collettiva: ricorso ora accolto con un decreto cautelare che però necessità della conferma nell’udienza fissata il prossimo 20 febbraio. Ai mille riammessi occorre aggiungerne altri 2.800 rientrati in varie facoltà a numero chiuso grazie al decreto-scuola nel dicembre scorso. Dei 2.800 ben 2.300 sono rientrati nelle facoltà di Medicina italiane. Le altre graduatorie riaperte riguardarono Architettura, Odontoiatria e Veterinaria.

Contestazioni
Le prove d’ingresso effettuate nello scorso mese di settembre non hanno convinto affatto i giudici. “Si tratta di un provvedimento storico per gli studenti e il loro sindacato”, ha affermato Gianluca Scuccimarra coordinatore dell’Unione degli universitari, “Il Tar del Lazio ha compreso l’importanza delle nostre richieste collettive e di una class action che ha permesso a tutti gli studenti di accedere al sistema giustizia, facendo valere il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione”. Scuccimarra, inoltre, ha annunciato la presentazione di un esposto alla procura di Firenze sulla mancata garanzia di anonimato.

La posizione degli studenti
L’Unione degli universitari ora chiede al ministero guidato da Maria Chiara Carrozza una sanatoria per tutti gli studenti che hanno sostenuto il test di settembre e che il tavolo sul numero chiuso annunciato dal Ministro stesso venga avviato immediatamente ponendo allo studio strade percorribili per superare il sistema del numero programmato. In caso contrario il sindacato degli studenti universitari minaccia il ricorso alle carte bollate. Quello del numero chiuso è un dibattito che va avanti da tempo e tra le argomentazioni di chi lo vede assolutamente necessario c’è “il rischio di creare un esercito di disoccupati rispetto alle reali esigenze del mercato del lavoro”. Quindi in sostanza il quesito di chi vorrebbe un libero accesso a una determinata facoltà, per esempio quella di Medicina ora al centro del dibattito è la seguente: “Perché creare una valanga di camici bianchi se poi non vi è una reale esigenza?”. Ma la battaglia tra detrattori e non è appena cominciata.

Il test di aprile
Nel mirino delle reti studentesche sono finiti anche i test ideati dal Ministero per il mese di aprile: “Per noi rappresentano solo e unicamente un’ulteriore sanatoria per far rientrare dalla porta secondaria tanti studenti che hanno fatto ricorso”, ha commentato Daniele Lanni portavoce della rete degli studenti medi, “è una presa in giro, oltre a essere un’azione di ostruzionismo per tutti coloro che stanno finendo ora il percorso scolastico e vedranno ‘rubarsi’ 2-3 mila posti che andranno a persone che dovevano già entrare lo scorso anno”. E l’anticipazione dei test è particolarmente indigesta per il mondo degli studenti perché secondo Lanni minerebbe seriamente anche la conclusione dell’anno scolastico. “Se il ministero non sospenderà i test di aprile”, minaccia Lanni, “impugneremo anticipatamente anche il relativo decreto, stiamo già cominciando a raccogliere le adesioni in merito”.