Inchiesta bis su Open. La Procura di Firenze punta al Lussemburgo. Cinque al momento gli indagati. Renzi si difende e annuncia querele

Inchiesta doppia. Mentre la Procura di Firenze continua a indagare sui finanziamenti alla Fondazione Open, la cassaforte di Matteo Renzi, la stessa Procura avrebbe aperto un secondo fascicolo sulla casa acquistata dall’ex premier grazie a un prestito ottenuto proprio da un finanziatore. Gli accertamenti che stanno portando avanti gli inquirenti toscani puntano inoltre anche sul Lussemburgo.

IL QUADRO. Cinque sinora gli indagati nell’inchiesta sulla fondazione. Si tratta degli ex vertici della Open, l’avvocato pistoiese Alberto Bianchi, ex presidente, accusato di traffico di influenze illecite e finanziamento illecito ai partiti, e l’imprenditore fiorentino Marco Carrai, amico stretto di Renzi e accusato di finanziamento illecito, dell’imprenditore fiorentino Patrizio Donnini, della moglie Lilian Mammoliti e del manager della società Renexia, parte del gruppo Toto, Lino Bergonzi. Un’indagine partita l’estate scorsa scandagliando una plusvalenza realizzata da Donnini con la vendita di alcune società attive nel settore dell’energia green.

Per il procuratore Giuseppe Creazzo, l’aggiunto Luca Turco e il sostituto Antonino Nastasi, la Fondazione Open sarebbe stata una sorta di “articolazione” di partito impiegata come strumento di finanziamento illecito e Carrai sarebbe stato “l’anello di congiunzione tra i finanziatori e la fondazione”. La Guardia di finanza sta così indagando anche sulla Wadi Ventures Management, una società con sede in Lussemburgo, “che Marco Carrai ha fondato nel 2012 assieme ad alcuni soci anche israeliani”. Un secondo fascicolo sarebbe stato invece aperto sulla casa acquistata da Renzi, mentre l’ex ministro Luca Lotti dal canto suo ha dichiarato che non ci sono carte di credito o bancomat intestati a parlamentari e che la Fondazione ha sempre agito nella totale correttezza. “Per quanto riguarda la mia attività – ha affermato – esistono soltanto semplici e regolari indennizzi delle spese che ho sostenuto nello svolgimento del mio ruolo di membro del CdA della Fondazione Open”.

LE REAZIONI. Renzi si difende e denuncia i giornalisti de Il Fatto Quotidiano, La Verità e L’Espresso. “Se viene abrogato il finanziamento pubblico e criminalizzato il finanziamento privato trasformando una fondazione in partito – ha affermato – siamo in presenza di una ferita democratica”. E a difendere Renzi davanti all’inchiesta aperta sulla Open sono quasi tutte le forze politiche ad eccezione del Movimento 5 Stelle. “Abbassiamo i toni tutti. Politici e magistrati. Gli italiani ci guardano e non sono contenti né dei primi né dei secondi”, ha dichiarato l’azzurro Francesco Giro. “Che una fondazione politica faccia iniziative per diffondere cultura politica, mi sembra evidente”, ha affermato il ministro della difesa, il dem Lorenzo Guerini. “Fino a prova del contrario i finanziatori di Open non hanno commesso crimini ma investito alla luce del sole per la promozione di idee”, ha aggiunto Benedetto Della Vedova di +Europa.