Migranti, dietrofront di Netanhyahu dopo il “no” di Germania e Italia: sospeso nella notte l’accordo Onu sul ricollocamento di 16mila eritrei

Migranti, dietrofront di Netanhyahu dopo il "no" di Germania e Italia: sospeso nella notte l'accordo Onu sul ricollocamento di 16mila eritrei

Clamoroso dietrofront di Benjamin Netanhyahu. Il premier di Israele ha sospeso la realizzazione dell’intesa con l’Alto commissariato dell’Onu per il ricollocamento in Paesi occidentali di migliaia di migranti africani che sono in Israele. In nottata il premier ha scritto su Facebook di essere sensibile alle reazioni critiche mosse dagli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv dove i migranti sono concentrati. Oggi, ha aggiunto, vi farà un sopralluogo. “Intanto sospendo la realizzazione dell’accordo”, ha detto. Accordo che era stato accettato soltanto ieri.

All’origine della decisione di Netanyahu, scrive la stampa odierna, vi sono le proteste degli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv – che vorrebbero una espulsione massiccia ed immediata dei migranti – nonché forti critiche all’intesa mosse da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. Ieri peraltro Paesi indicati da Netanyahu come esempio di una possibile destinazione dei migranti – fra questi Italia e Germania – hanno smentito di aver dato alcun assenso all’intesa fra Israele e l’Alto commissariato dell’Onu.

L’intesa raggiunta riguarda complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi, di cui 6.000 nel primo anno.  Israele aveva annullato a sorpresa l’espulsione verso il Ruanda di migliaia di migranti eritrei e sudanesi, che doveva iniziare nei prossimi giorni ma che era stata temporaneamente bloccata dalla Corte Suprema. Fonti della Farnesina precisano che “non c’è alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere”.

 

Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. “Non se ne parla neppure”, replica il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli (Lega). “Chi è ancora al Governo, seppur come dimissionario, non ha ancora realizzato che ci sono state le elezioni e che quelli che hanno fatto arrivare i 600mila clandestini sono stati sconfitti e mandati a casa dai cittadini? Appena si insedierà il nuovo Governo – promette Calderoli – li rimanderemo a casa loro, quei clandestini, altro che accogliere quelli espulsi da Israele”.