Le capriole di successo del borioso Burioni. Lo scienziato che oggi grida all’allarme Coronavirus un mese fa diceva che andavano abbassati i toni e che non c’erano rischi per l’Italia

Avevamo imparato a conoscerlo per i litigi ai tempi dei “no vax”, ma Roberto Burioni che insegna all’Università San Raffaele di Milano, ora è letteralmente esploso (mediaticamente) con il Coronavirus. Infatti, da quando è comparsa questa nuova magagna per l’umanità Burioni ha risposto con una eccitazione sopra le righe che lo ha portato, come virologo, a discettare su tutti, dicasi tutti, i canali Tv. Lui non vede l’ora di puntualizzare, intervenire, duellare, polemizzare, una volta contro questo una volta contro quello, come è successo con la dottoressa Ilaria Capua, altrettanto nota virologa direttrice dell’One Health Center in Florida e soprattutto Maria Rita Gismondo che Burioni appella stizzito “la signora del Sacco” (è la responsabile del laboratorio di virologia, ndr) consigliandole “riposo” perché “ha lavorato troppo nelle ultime ore”, dando prova di scarsa considerazione della collega e soprattutto di sessismo che non fa onore alla sua fama di scienziato.

La discussione in oggetto è stata poi lestamente rimossa da Burioni appena si è accorto delle critiche che gli piovevano addosso da ovunque ma ormai la frittata, per lui, era fatta. La sua tesi è che il virus sia stato sottovalutato dal governo e che non si siano messe in atto adeguate misure di contenimento preventivo mentre le due colleghe sono per una visione più moderata sulla pericolosità del Covid-19 e noi non entriamo nel merito nel dibattito scientifico che deve essere lasciato ai tecnici, ma nel metodo sì. E stupisce questa divergenza. Perché forse pochi ricorderanno che il nostro super-Burioni, sempre pronto a intervenire e a donare il suo Verbo, il 2 febbraio, neanche un mese fa, intervenendo a Che tempo che fa da Fabio Fazio, così diceva: “In Italia il rischio è zero. Il virus non circola. Questo non avviene per caso: avviene perché si stanno prendendo delle precauzioni”. E ancora: “Questi allarmi continui non sono necessari: bisogna basarsi solo sui casi confermati ed è davvero odiosa questa discriminazione contro i cinesi e contro gli italiani di origine cinese”.

Ma come: proprio il virologo che ora lancia allarmi e crede che il problema sia stato sottovalutato? Burioni ha il suo humus naturale sui social da cui impallina chi non la pensa come lui con invettive alla Savonarola. Il suo Io è incontenibile ed ora che ha raggiunto una certa popolarità sui media, sia pur grazie ad una disgrazia mondiale, non molla ed anzi raddoppia. L’ultima bizzarra sua affermazione che rasenta il delirio di onnipotenza, riguarda la squadra di calcio della Roma che Burioni, da laziale, deve odiare intensamente al punto da partire con l’intemerata: “Se mi danno pieni poteri, come prima cosa sciolgo l’As Roma”, rispondendo così ad un suo fan che in piena adorazione mistica su Twitter ne invocava la “pienezza dei poteri”, affermazione che si sa non portar bene nel nostro Paese. La sua ennesima boutade calcistica non fa bene alla sua immagine scientifica. A questo punto una domanda: basta la fama professionale, sia pur recentemente contestata, a proiettare nello spazio un Io ipertrofico oppure conserviamo ancora un po’ di pudore o almeno di senso critico? È proprio necessario che “SuperBurioni” continui a solcare i cieli mediatici dell’Italia? Non abbiamo proprio un problema più grosso di cui occuparci?