Le mani della Camorra sulla Capitale. La Finanza sequestra 4 tra ristoranti e bar a un imprenditore già in carcere. Aveva legami con gli Scissionisti

La Guardia di Finanza ha eseguito nella Capitale il sequestro di 4 tra bar ed esercizi di ristorazione, per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro, disposto dal locale Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina. Il destinatario della misura è Gaetano Vitaliano, 46 anni, arrestato dai Carabinieri a giugno 2017 in quanto ritenuto al vertice di un’associazione per delinquere dedita al riciclaggio e all’intestazione fittizia di beni, nonché contiguo al clan di camorra degli Amato-Pagano (i cosiddetti “Scissionisti”), operante a nord di Napoli. Nel dicembre 2018, è stato condannato (in via non definitiva) dal Tribunale di Roma al termine del giudizio di primo grado a 11 anni e 6 mesi di reclusione e alla confisca di beni per circa 9 milioni di euro.

Contestualmente all’arresto Vitagliano aveva subito il sequestro di un patrimonio milionario – composto da società, immobili, veicoli e disponibilità finanziarie – frutto del reimpiego dei proventi di attività illecite, tra le quali il traffico di stupefacenti. Tra i sequestri operati nel 2017 figurano i noti bar “Mizzica!” di via Catanzaro e Piazza Acilia, ancora oggi affidati alla gestione di un amministratore giudiziario. Alcuni mesi dopo i finanzieri avevano rilevato l’apertura dell’attività “Katanè sapori di Sicilia”, in cui vengono somministrate specialità alimentari siciliane, avente un’insegna che richiama fortemente, nella grafica, quella dei bar “Mizzica!”. In poco più di anno sono stati avviati ben 4 esercizi di ristorazione a marchio “Katanè”. L’ultima apertura, dopo quella delle sedi attive nelle zone delle stazioni Termini e Tiburtina, è avvenuta presso la struttura dello storico “Caffè dell’orologio”, che aveva chiuso i battenti nel 2017, nel centralissimo Piazzale Flaminio.

E’ emerso che le somiglianze con le attività commerciali sequestrate non si limitavano all’insegna e alla vendita di alimenti e bevande tipici siciliani. Infatti, le società che gestiscono i nuovi bar sono state costituite tra il 2018 e il 2019 da ex dipendenti delle aziende sottoposte all’originario provvedimento i quali, nonostante i loro modesti profili reddituali, hanno sostenuto rilevanti spese per la costituzione delle imprese e l’avvio delle attività. Anche i fornitori sono rimasti gli stessi e nei locali lavorano o hanno lavorato, come dipendenti, familiari dello stesso Vitagliano.