Malasanità, ancora errori in sala operatoria

di Alessandro Righi

Ancora nuovi casi di malasanità. Uno a Potenza e un altro a Milano. Arrestati e messi agli arresti domiciliari tre medici dell’ospedale San Carlo di Potenza. L’accusa è quella di omicidio colposo e cooperazione per la morte di Elisa Presta. La donna, 71 anni, morì nel maggio 2013 nel corso di un intervento di cardiochirurgia. Agli arresti sono finiti il primario del reparto di Cardiochirurgia oltre che direttore dell’unità operativa, Nicola Marraudino, che dovrà rispondere anche di aver falsificato il registro operatorio. Gli altri due arrestati sono i medici Michele Cavone e Matteo Galatti. Ma il punto scabroso è un altro: secondo la Procura i medici avrebbero continuato a operare la signora, nonostante ne fosse già stata constata la morte nel tentativo di evitare controlli e guai giudiziari. Sulla cartella clinica alla fine fu scritto: “morta per complicanze”. Le indagini partirono a cinque mesi dal decesso dopo un esposto anonimo e dopo la perizia medico-legale qualche dubbio in più è venuto fuori anche perché l’indagine accertò “condotte colpose nell’operato dei medici che avevano espletato l’intervento”. Dalla vicenda è scaturita una vera e propria bufera sull’intera azienda ospedaliera San Carlo.

GARZE NELLA GAMBA
Un altro spiacevole episodio si è verificato a Milano, al centro cardiologico Monzino. Due medici sono finiti sotto inchiesta perché avevano dimenticato alcune garze nella gamba di una donna nel corso di un’operazione alle vene varicose. La scoperta è venuta fuori a tre anni dall’operazione alle vene varicose quando la donna è finita di nuovo sotto i ferri per una presunta metastasi tumorale. Quando invece si trattava delle garze. Per questo motivo i medici della prima operazione sono indagati per lesioni colpose.