Misure contro il terrorismo, terapia choc anche in Belgio: stanziati 400 milioni. Anche Bruxelles annuncia modifiche alla Costituzione

Dopo gli attentati di Parigi non è soltanto la Francia a mettere sul piatto una terapia choc. In prima linea c’è anche il Belgio. Ma non poteva essere diversamente, se solo si considera come alcuni sobborghi di Bruxelles sia siano rivelati pericolosi brodi di coltura per la deriva jihadista. Sta di fatto che ieri il primo ministro belga, Charles Michel, ha annunciato il proposito del governo di modificare la Costituzione per estendere il periodo di tempo (da 24 a 72 ore) in cui una persona può essere detenuta senza che venga formulata nessuna accusa a suo carico (e quindi abbia diritto ad una difesa). Inoltre Michel a previsto l’adozione del Pnr, ovvero del registro passeggeri, su aerei e treni ad alta velocità, senza aspettare le decisioni dell’Unione europea. Sono poi state previste altre misure come gli arresti domiciliari o l’espulsione per i predicatori che incitano all’odio, lo smantellamento dei luoghi di culto non riconosciuti che diffondono lo jihadismo, il divieto delle carte telefoniche prepagate anonime, un piano speciale per Molenbeek (il più pericoloso sobborgo di Bruxelles), il rafforzamento dello screening per l’accesso ai posti di lavoro considerati sensibili, l’estensione della rete di telecamere per il riconoscimento e chiusura dei siti web che predicano l’odio. Michel ha anche detto che il governo varerà un pacchetto di misure antiterrorismo da 400 milioni di euro: più poliziotti, più sorveglianza soprattutto tra la popolazione di religione islamica. Su quest’ultimo punto, del resto, sono tanti i paesi europei che stanno mettendo più risorse sul piatto. Anche l’Italia, con il premier Matteo Renzi che ha parlato di maggiori stanziamenti per 120 milioni di euro.