Dopo la cavalcata dei giorni scorsi era prevedibile che il titolo del Monte dei Paschi di Siena si prendesse una pausa. Il -15% proprio nel giorno in cui sono emersi i dettagli del piano industriale portato in Cda dall’amministratore delegato Marco Morelli non deve essere letto quindi come una bocciatura di un progetto che peraltro lascia tutte le porte aperte. A partire dal possibile ingresso di nuovi soci o dal disegno delineato da Corrado Passera. Nel frattempo però la banca dovrà fare i compiti a casa. E stavolta si tratta di compiti gravosi. nel piano di Morelli sono previsti infatti 2.600 esuberi nel triennio 2016-2019 e la chiusura di 500 filiali. Del grande Mps resterà solo il ricordo.
TEMPI STRETTI
Il punto chiave sta però nel rafforzamento patrimoniale, per il quale Rocca Salimbeni vuole procedere a tappe forzate, già entro quest’anno se le condizioni dei mercati (per la verità non facilissime) lo permetteranno. Lo scenario che attende l’assemblea straordinaria del prossimo 24 novembre è dunque tutto da definire. In teoria si potrebbe arrivare ad approvare un aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro che sarà con “esclusione o limitazione del diritto di opzione” e secondo Morelli dovrà “esercitarsi entro e non oltre il 30 giugno”. Ma le cose potrebbero andare anche molto diversamente. La cifra dell’aumento di capitale potrà infatti diminuire in base alle adesioni alla conversione volontaria dei bond, a “eventuali cornerstone investors, che si rendessero disponibili ad acquistare una partecipazione significativa nel capitale sociale della Banca” e a “una ulteriore componente per cassa, di cui una parte potrà essere destinata agli attuali azionisti della Banca”. Tutto dipende, insomma, da come andranno molte cose.
VIA I CREDITI DIFFICILI
Parallelamente si procederà con il previsto deconsolidamento dal bilancio di 27,6 miliardi di crediti in sofferenza, attraverso la cessione a un veicolo di cartolarizzazione ad un prezzo pari a circa 9,1 miliardi (ovvero il 33%). Fardello che sarà preso sulle spalle dal solito Fondo Atlante per un importo pari a circa 1,6 miliardi. Tra le altre novità, annunciato infine l’accorpamento delle azioni, una nuova ogni cento, e il ritorno a consistenti utili. A fine piano, nel 2019, Mps prevede infatti un utile superiore a 1,1 miliardi di euro, a fronte dei primi nove mesi di quest’anno chiusi con una perdita di 849 milioni.