Mps, Mussari inizia a pagare per il derivato Alexandria

di Clemente Pistilli

Nessuno sconto per Mussari. Mentre l’ex presidente del Monte dei Paschi di Siena è alle prese con richieste di giudizio e processi per le indagini sugli affari e i buchi di bilancio a Rocca Salimbeni, il Consiglio di Stato ha confermato la sanzione da oltre mezzo milione di euro inflitta al banchiere da Bankitalia.

Buco gigantesco
Mentre proseguono gli accertamenti della Guardia di finanza e della Procura della Repubblica di Siena sulle operazioni che hanno messo in ginocchio il colosso del credito, Mussari è sul banco degli imputati nel primo processo scaturito dall’inchiesta, quello sul presunto ostacolo alle funzioni di vigilanza per il contratto stipulato da Mps con la banca di finanza Nomura sul derivato Alexandria, che secondo l’accusa sarebbe stato nascosto e avrebbe creato un buco da centinaia di milioni nelle casse dell’istituto di credito. La Procura senese si prepara inoltre al processo relativo all’acquisizione di Antonveneta dal Banco Santander per 9,3 miliardi (per gli inquirenti forse non solo un errore di valutazione) dove l’ex presidente è accusato anche di insider trading. Per tali fatti, la Banca d’Italia ha inflitto sia a Mussari che ad altri componenti del Cda dell’epoca e del collegio sindacale sanzioni per oltre cinque milioni, chiedendo al solo ex presidente di pagare 516.440 euro.

Senza attenuanti
Altre sanzioni sono poi state inflitte da Palazzo Koch a fine luglio, per violazione delle disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione da parte dei componenti del Cda. Questa volta il conto ammonta a 1,3 milioni e Mussari è stato chiamato a pagare altri 90mila euro. Contro la maxi-sanzione l’ex presidente ha fatto ricorso, ma il Tar prima e il Consiglio di Stato ora gli hanno negato la sospensione del provvedimento. Per i giudici Giuseppe Mussari non ha provato il danno grave e irreparabile e, se in difficoltà, poteva chiedere di mettersi a rate.