Una crisi ora è da irresponsabili. Non ci sarà nessun Papeete 2. Parla il vice capogruppo M5S alla Camera, Ricciardi: “Fitch utilizza un criterio politico per le sue valutazioni”

“È comprensibile che in un momento di crisi come questo ognuno esprima la sua opinione”. Ma da qui a immaginare una crisi politica “sarebbe da irresponsabili totali”. Roba che “pure la crisi d’estate del Papeete sfigurerebbe”. Riccardo Ricciardi, vicepresidente del Movimento cinque stelle alla Camera dei Deputati e volto noto dei pentastellati, fa quadrato intorno a Giuseppe Conte: nonostante i reiterati attacchi che arrivano ora dalla stampa, ora da Confindustria, ora dalle opposizioni, ora da parti della maggioranza (leggi: Matteo Renzi), il premier può contare sull’appoggio indistruttibile del Movimento cinque stelle, “prima condizione imprescindibile per dare vita a questo Governo in Agosto”.

Negli ultimi giorni, però, sembra quasi che il governo sia sotto atttacco: sono arrivate critiche non solo dalle opposizioni ma anche da giornali, dalla Cei e da Confindustria…
Chiaramente il Paese è in sofferenza ed è comprensibile che ognuno esprima le proprie difficoltà che purtroppo sono quelle di tutti in tutti i settori. La dichiarazione del Papa dimostra che anche la Chiesa ha capito lo sforzo del Governo.

Al di là dei contenuti, sul banco degli imputati è andato anche il modus operandi? Giornali di sinistra e non solo di destra hanno paventato il rischio “pieni poteri” per via del corposo ricorso ai decreti da parte del presidente del Consigli, mentre il Parlamento sta a guardar. Conte sta diventando un monarca?
Già che esistano giornali di destra e di sinistra fa sorridere. L’informazione dovrebbe informare e raccontare. Soprattutto quando parliamo delle maggiori testate nazionali. La Costituzione, in primis, dice che la Repubblica tutela la salute dei cittadini. Qualsiasi presidente del Consiglio responsabile e coscienzioso, dopo il report del Comitato tecnico-scientifico che prevede una proiezione di 151 mila persone che entrerebbero in terapia intensiva in caso di riapertura del Paese, avrebbe previsto misure del genere. E chiaramente queste misure devono essere emanate dalla Presidenza del Consiglio. Sulle altre misure ci sono decreti legge che vengono convertiti in Parlamento.

L’ultimo “attacco” è arrivato, puntuale, dalle agenzie di rating con Fitch che ci ha declassato. Crede questo possa incidere sulla credibilità sui mercati del nostro Paese?
Qualche giorno fa Standard and Poor’s, un’altra agenzia di rating, ha parlato dell’economia italiana in termini positivi. Fitch utilizza un criterio politico per le sue valutazioni. E questo riporta alla luce un vecchio cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle: i conflitti d’interesse nelle agenzie di rating.

Lo scenario, da questo punto di vista, è simile a quello del 2011. E sappiamo bene come andò a finire col passaggio da Berlusconi a Monti. Crede ci sia lo stesso rischio, con Conte “cacciato” da poteri terzi?
Berlusconi nel 2010 scampò un voto di fiducia per un voto di differenza; il presidente della Camera Fini era praticamente all’opposizione. La crisi dello spread fu il punto finale di una situazione politica fragilissima e di una disastrosa esperienza governativa.

Quanto conta in questo l’unità e la coesione del Movimento, di fatto l’unico baluardo anche parlamentare per la tenuta del governo Conte?
Il Movimento è totalmente compatto intorno al Presidente Conte che, in Agosto, è stata la prima condizione imprescindibile per dare vita a questo Governo: una garanzia di competenza, serietà e onestà che fortunatamente è alla guida del Paese in questo momento.

Non bisogna dimenticare che l’idea di un governo di unità nazionale, magari con Draghi, non dispiacerebbe a tanti, opposizioni e parte della maggioranza a cominciare da Italia Viva, comprese. È un’opposizione plausibile?
Mi permetta una battuta: ho sentito l’opinione di tutti su questo tranne che quella di Draghi. Guiderebbe un governo, in questa situazione, con tutti dentro, da Meloni al Pd passando per Renzi, Salvini e Berlusconi, con solamente il Movimento all’opposizione? Chi anche solo pensa a una crisi in questo momento è un irresponsabile totale. La sciagurata decisione del Papeete, con il pericolo di mandare l’Italia in esercizio provvisorio, a confronto sarebbe una piccolezza.