Zangrillo la spara grossa. Per il direttore della terapia intensiva del San Raffaele il Covid-19 non esiste più. Miozzo (Cts): “Parole fuorvianti e pericolose”

“Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più”. E’ quanto ha detto Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano e medico personale dell’ex premier Silvio Berlusconi. “Circa un mese fa – ha aggiunto – sentivamo epidemiologi temere a fine mese-inizio giugno una nuova ondata e chissà quanti posti di terapia intensiva da occupare. In realtà il virus dal punto di vista clinico non esiste più. Questo lo dice l’Università Vita e Salute San Raffaele, lo dice uno studio del direttore dell’Istituto di virologia Clementi, lo dice il professor Silvestri della Emory University di Atlanta”.

“Ammesso e non concesso che affermazioni simili siano supportate da informazioni scientifiche – ha commentato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico del Governo, Agostino Miozzo -, e al momento non ce ne sono evidenze, parole così superficiali e fuorvianti sono decisamente pericolose in un momento cosi’ critico di passaggio da una fase di lockdown che ha riguardato non solo l’Italia ma il mondo intero”.

“Saremo tutti felici di condividere le geniali intuizioni del dottor Zangrillo – ha aggiunto Miozzo -, ma fino a prova contraria la scienza dice altre cose. Anche perché oggi (ieri, ndr) ci sono ancora 80 morti e centinaia di nuovi casi, di cui più del 50% proprio nella regione del professor Zangrillo”. Forse, conclude Miozzo, Zangrillo “voleva dire che quello che c’è oggi in Italia è il frutto del buon lavoro dei medici e degli infermieri, della tenuta del sistema sanitario e degli effetti del lockdown”.

“Non posso che esprimere grande sorpresa e assoluto sconcerto per le dichiarazioni rese dal Professor Zangrillo – ha commentato, invece, il presidente del Consiglio superiore di sanità e Componente del comitato tecnico scientifico Franco Locatelli– con frasi quali il ‘virus clinicamente non esiste più’ e che ‘Terrorizzare il Paese è qualcosa di cui qualcuno si deve prendere la responsabilità’. Basta guardare al numero di nuovi casi confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del virus. Aver incrementato di molto i posti di terapia intensiva è un merito enorme del sistema sanitario nazionale, poiché ha permesso di offrire una risposta clinica a tanti malati che altrimenti non avrebbero potuto essere adeguatamente curati”.

“Inoltre – aggiunge Locatelli – questi posti rimarranno disponibili per chi in futuro ne avrà bisogno anche per situazioni cliniche diverse da Covid-19. Dovremmo tutti rallegrarci che le misure di lock-down abbiano prodotto gli effetti sperati contenendo la diffusione epidemica con risparmio di tante vite umane e questo risultato inconfutabile deve spingere a continuare sul percorso della responsabilità dei comportamenti individuali, da non disincentivare attraverso dichiarazioni pericolose che dimenticano il dramma vissuto in questo Paese. E’ altrettanto chiaro, anche a occhi non esperti che la gestione clinica dei malati è certamente oggi facilitata dal minor numero di casi rispetto a quelli osservati nei giorni di picco e da quanto si è imparato in questi mesi. Questi sono i fatti concreti, il resto opinioni personali”.