Guerini con l’elmetto fino alla fine. Altre truppe al confine ucraino

Il presidente Zelensky, intervenendo alla conferenza dell’Aja sull’Ucraina, ha chiesto la creazione di un “tribunale speciale”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo alla conferenza dell’Aja sull’Ucraina, ha chiesto la creazione di un “tribunale speciale” che giudichi i crimini di guerra russi. “Le istituzioni giudiziarie esistenti non sono in grado di assicurare alla giustizia tutti i colpevoli. Pertanto è necessario un tribunale speciale per affrontare i crimini dell’aggressione russa contro l’Ucraina”, ha dichiarato Zelensky.

Ucraina, Zelensky intervenendo alla conferenza dell’Aja sull’Ucraina, ha chiesto la creazione di un “tribunale speciale”

In questa direzione procede il governo britannico uscente di Boris Johnson che ha annunciato uno stanziamento aggiuntivo da 2,5 milioni di sterline e ulteriori impegni a nome del Regno Unito nell’ambito degli sforzi messi in piedi dagli alleati occidentali per arrivare a un’indagine internazionale sui crimini di guerra imputati da Kiev alle forze militari di Mosca schierate da Vladimir Putin in Ucraina.

L’annuncio è stato fatto da lord Tariq Ahmad, uno dei viceministri degli Esteri della compagine Tory, durante la riunione di oggi dell’Ukraine Accountability Conference, ospitata all’Aia dalla Corte internazionale penale dell’Onu, dal ministero degli Esteri olandese e dalla Commissione Europea.

Guerini con gli scatoloni pronti vola al Pentagono. E annuncia l’invio di militari in Ungheria e Bulgaria

E l’Italia? “Sono qui per ribadire la storica relazione tra i nostri Paesi e sono sicuro della volontà di rafforzarla ulteriormente soprattutto in questo momento in cui la guerra è di nuovo entrata in Europa”., ha detto il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, nell’incontro con il segretario della Difesa Usa Lloyd Austin al Pentagono.

“L’Italia ha fatto la sua parte nell’invio di aiuti”, ha ribadito, assicurando che “le Forze Armate sono pronte a inviare ulteriori unità per rafforzare le difese degli alleati, in modo particolare in Ungheria e Bulgaria”.

Quanto a Londra, gli aiuti ulteriori – che arrivano dopo un precedente stanziamento di un milione e l’invio nei mesi scorsi di team investigativi britannici in Polonia e in Ucraina – saranno consegnati fra quest’anno e il 2023. E si tradurranno nel trasferimento di tecnologie ed esperti nella raccolta di elementi d’indagini su sospetti di violenze sessuali e altri crimini imputati a militari russi.

Crimini che l’ambasciatrice britannica a Kiev, Melissa Simmons, in un intervento diffuso dal Foreign Office, ha definito “orrendi” sulla base delle testimonianze di prima mano” che afferma di aver “udito dalla viva voce di vari superstiti”.

Ma se da un lato non si vede la fine di questa guerra, dall’altro lato cresce l’ottimismo per il grano fermo nei porti ucraini. Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha annunciato un principio di accordo tra Russia e Ucraina, dopo che le delegazioni militari dei due Paesi impegnati nel conflitto hanno partecipato al vertice di Istanbul, con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite.

Un incontro importante, il primo a faccia tra rappresentanti di Russia e Ucraina dalla fine di marzo, quando a Istanbul andò in scena un vertice per un cessate il fuoco, una trattativa poi arenatasi con le tremende immagini provenienti da Bucha e da Irpin. Akar ha dichiarato che le parti hanno aderito alla proposta di Ucraina necessario un centro di coordinamento a Istanbul, che con la partecipazione di delegati di Russia, Turchia e Nazioni Unite monitori e tracci il percorso della navi in uscita. “La prossima settimana ci sarà un nuovo incontro, l’occasione per definire i dettagli e rivedere i punti su cui un accordo è stato già raggiunto, prima della firma”.

Alla fine del vertice, durato un’ora e mezza, è intervenuto da New York il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha parlato di un “barlume di speranza”. Manca un’intesa definitiva, per cui bisognerà attendere il nuovo vertice, già in programma. La metà delle 35 milioni di tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini sono destinati a progetti Onu del World Food Program nell’Africa Subsahariana.

Il rischio che le derrate marciscano nei porti bloccati dalla guerra pone sull’orlo della carestia diversi Paesi dell’Africa Subsahariana, mentre allo stesso tempo la crisi alimentare in corso in Europa ha causato un aumento dei prezzi destinato a non arrestarsi. “Russia e Ucraina hanno dimostrato di poter parlare, ma la pace è ancora lontana”, ha detto Guterres.