La Snai ha riempito l’Italia di slot. Ma la multa non la vuole pagare

di Clemente Pistilli

Gli incassi alla Snai non sembrano mai essere sufficienti. E forse è stato proprio questo il motivo che ha portato la società a violare le regole sul numero massimo di slot da installare nelle attività commerciali. Stando almeno a quanto sostiene l’Agenzia delle dogane e dei monopoli la spa ha inondato l’Italia di macchinette e, scattata una sanzione da quasi due milioni di euro, la scelta dell’azienda è stata sempre la stessa: un bel ricorso al Tar. Fare tanta fatica per poi doversi svenare dando un tesoro allo Stato sicuramente non vale la pena. La Snai è una delle principali aziende del gioco in Italia, quelle che rappresentano per fatturato la quinta industria italiana, e non molla. I Monopoli hanno contestato alla spa fondata nel 1990, che dall’ippica ha allargato il business a qualsiasi tipo di scommessa, comprese quelle online, di aver messo appunto troppe slot negli esercizi commerciali. Con una nota dirigenziale del 5 agosto scorso, l’Agenzia che regola in Italia il comparto del gioco, verificando l’operato dei concessionari e contestando loro eventuali irregolarità, ha così intimato alla società per azioni con sede a Lucca di pagare 1,8 milioni di euro. La Snai non sembra proprio intenzionata ad allentare con facilità i cordoni della borsa e ha impugnato l’atto, chiedendo al Tar del Lazio di annullarlo. L’azienda ha intanto evitato un’altra batosta, quella della Corte dei Conti, che insieme ad altre nove concessionarie lo scorso anno l’aveva condannata a pagare un totale di 2,5 miliardi, per aver scollegato a lungo le macchinette dalla Rete ed evitando così di pagare la percentuale prevista allo Stato. A togliere le castagne dal fuoco alla Snai e agli altri in quel caso ci ha pensato il Governo Letta un mese fa quando, alla ricerca di denaro per coprire le mancate entrate previste con l’Imu, Palazzo Chigi ha varato un condono, consentendo alle aziende multate di chiudere la partita pagando soltanto 600 milioni. Snai non se l’è fatto ripetere due volte e con 42 milioni ha risolto la grana. Ora tirarne fuori altri due non va proprio giù alla società, che tra l’altro in Borsa sta spiccando il volo.