Dicono che la Russia stia attraversando una crisi economica e che non reggerà più di un anno. Adesso pare che ci sia penuria di patate.
Aurelio Bonetti
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Gentile lettore, sarei tentato di fare una battuta becera e sessista sulla patata, ma mi astengo perché non sono Oscar Wilde il quale diceva “Resisto a tutto tranne che alle tentazioni”. Però mi permetta di sorridere di tali previsioni. Parlavo con un economista l’autunno scorso e mi assicurava che la Russia era alla frutta: poi si seppe che il Pil di Mosca era cresciuto di uno sbalorditivo 4,2%. Ed Enrico Letta? 5 Maggio 2022: “Le sanzioni sono fortissime. La Russia andrà in default tra una settimana”. L’anno scorso ci fu la “crisi delle uova”, poi scomparsa. A gennaio il Corriere della Sera fece un sogno: “Putin perde la battaglia del grano: in due anni meno 20%”. Sì, certo. Ora il Corriere ci riprova con la patata. Però omette di dire che la vera crisi della patata è in Italia, dove le condizioni climatiche hanno ridotto del 30% la produzione e i costi di coltura sono lievitati del 40%, sicché ora la importiamo da Polonia ed Egitto. L’anno scorso Il Sole 24 Ore titolò “Russia, rallenta il Pil” dando così l’impressione di una crisi, invece il Pil russo nel secondo trimestre era cresciuto “solo” del 4% contro il 5,4% del primo (nove volte la crescita italiana o francese). Del resto, se la realtà non corrisponde ai loro desiderata, i giornaloni cambiano la realtà. La sa la barzelletta sull’Urss? Il funzionario va dal segretario del partito: “Capo, il popolo non ci vota più”. E il Capo: “Allora bisogna cambiare il popolo”. Così fanno i giornaloni.