L'Editoriale

Povertà esclusa anche dal vocabolario

Povertà esclusa anche dal vocabolario

Cancellare la parola “povertà” dai discorsi ufficiali non cancella la povertà. Il governo Meloni, da due anni, sembra convinto del contrario. L’assenza di riferimenti alla condizione materiale di milioni di italiani è diventata una strategia politica: si sostituisce il dato con la percezione, il bisogno con la colpa, il problema con il silenzio. Ma i numeri restano lì, impietosi, a smentire la propaganda.

Nel 2024, secondo Caritas, 5,6 milioni di italiani vivevano in povertà assoluta. Il 23,5% di loro lavorava. Le retribuzioni reali sono crollate del 4,4% dal 2019. Più di 6 milioni di persone hanno rinunciato alle cure per motivi economici. Eppure, nella narrazione della maggioranza, la povertà è diventata un dato “residuo”, un fastidio da contenere più che da affrontare. L’Assegno di Inclusione, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, ha escluso 850mila famiglie povere. Di queste, 620mila non hanno più ricevuto alcun sostegno. Il Supporto per la formazione e il lavoro è stato erogato a meno di 100mila persone: 350 euro al mese per chi accetta corsi di formazione, vincolati e insufficienti.

Il taglio netto alla spesa per la povertà – 3,3 miliardi in meno rispetto al 2022 – è stato giustificato in nome dell’efficienza. Ma è servito solo a ridurre la platea, non il bisogno. Anzi: ha alimentato il disagio abitativo (33% degli assistiti Caritas), aggravato la povertà minorile, marginalizzato i lavoratori poveri.

Quando erano all’opposizione, Meloni, Salvini e Tajani deridevano il Reddito di Cittadinanza come “metadone di Stato”. Ora che governano, hanno costruito una povertà selettiva: quella “degna” (disabili, minori, over 60) può essere riconosciuta; quella che lavora, affitta, cerca cure, può essere ignorata. I poveri sono diventati “occupabili”, quindi invisibili. Ma i dati non si piegano alla retorica. Il rapporto Caritas 2025 lo certifica: la povertà non è scomparsa, è solo stata esclusa dal discorso pubblico. È questa la vera coerenza del governo Meloni: una guerra ai poveri mascherata da lotta alla povertà.