Diecimila metalmeccanici sono scesi in piazza oggi a Bologna e in altre città italiane per chiedere la riapertura delle trattative sul rinnovo del contratto nazionale, fermo da oltre un anno. Nel capoluogo emiliano la protesta si è spinta oltre le vie del centro: un gruppo di manifestanti ha infatti occupato la tangenziale all’altezza dell’ingresso 7, in direzione San Lazzaro, paralizzando per diverse ore la circolazione.
L’iniziativa non era stata autorizzata, è quanto riferito dalla Questura di Bologna che ha specificato che l’ingresso in tangenziale non rientrava nel percorso concordato con le autorità. “I manifestanti – si legge in una nota – hanno deciso autonomamente di accedere alla carreggiata, nonostante la presenza dei reparti di Polizia, che hanno evitato l’uso della forza per prevenire situazioni di pericolo”. La Questura ha annunciato denunce per tutti i partecipanti al blocco stradale.
La mobilitazione, promossa da Fiom-Cgil, Fim e Uilm, ha visto cortei e presìdi anche ad Ancona, Mestre e in altre città, in un clima che le sigle sindacali definiscono di “forte partecipazione e determinazione”. “Senza contratto il Paese si blocca”, lo slogan scandito dai lavoratori a Bologna e nel porto dorico, a testimoniare un malessere che – secondo i sindacati – rischia di esplodere se non si riaprono le trattative con Federmeccanica, Assital e Unionmeccanica.
Metalmeccanici in piazza a Bologna bloccano la tangenziale e la Questura annuncia denunce
“Non siamo contro qualcuno – ha detto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – ma chiediamo il rinnovo di un contratto che riguarda due milioni di persone. Federmeccanica non può restare assente dopo un anno di silenzio e 40 ore di sciopero. Serve un confronto serio su salario, orario di lavoro e diritti dei precari”.
L’annuncio delle denunce ha però acceso la miccia dello scontro politico. “È l’ennesima prova che il decreto Sicurezza voluto dal governo Meloni serve solo a criminalizzare il dissenso”, ha dichiarato Angelo Bonelli (Avs), parlando di “norma ideologica, repressiva e anticostituzionale”. Gli fa eco Nicola Fratoianni (SI): “Il governo pensa davvero di rispondere alla crisi sociale portando in carcere chi protesta per un lavoro dignitoso? Non osino toccare chi lotta pacificamente per il futuro della propria famiglia. Questi operai sono i veri patrioti”.
Nel frattempo, i sindacati annunciano nuove mobilitazioni nei prossimi giorni. Per i metalmeccanici la partita è ancora aperta. E la strada, anche quella tangenziale, sembra destinata a restare un terreno di scontro.