Tagliate quattro puntate a “Report” di Sigfrido Ranucci. Altre due a “Presa diretta” di Riccardo Iacona. Un ridimensionamento pesante per “Lo stato delle cose” di Massimo Giletti e “Far West” di Salvo Sottile, mentre “Agorà Weekend” di Sara Mariani è a forte rischio chiusura. Così come “Rebus” di Giorgio Zanchini e “Il fattore umano” di Raffaella Pusceddu e Luigi Montebello.
Tagli lineari del 2%. A partire da Report e Presa diretta
Sono gli effetti dei tagli lineari – 2% per tutte le produzioni – imposti dai vertici di TeleMeloni ai programmi di inchiesta del Servizio Pubblico, svelati da una nota firmata giovedì dai consiglieri Rai Alessandro Di Majo e Roberto Natale. Tagli che, come ampiamento annunciato da La Notizia in tempi non sospetti, derivano dai ricchissimi contratti con minimo garantito che gli attuali vertici Rai hanno accordato ad alcuni conduttori a prescindere dagli ascolti.
Accordi che hanno prosciugato i budget per la prossima stagione. Del resto erano insostenibili i cachet accordati (indipendentemente dalla messa in onda o meno dei programmi) svelati da La Notizia e mai smentiti dalla Rai. Costi ancora più insopportabili dal servizio pubblico a fronte dei flop inanellati da alcune delle new entry meloniane, che si sono tradotti in mancati incassi pubblicitari. Ora i nodi arrivano al pettine e a rimetterci sono le trasmissioni, a partire da quelle di inchiesta (sempre mal digerite dal governo) e che invece continuano a fare ascolti anche in replica.
Il contratto capestro delle assunzioni
Inoltre i vertici di viale Mazzini hanno anche pensato di svuotare le redazioni di quelle stesse trasmissioni, grazie all’osteggiatissimo accordo sulle stabilizzazioni di 120 giornalisti. In pratica la Rai assumerà molte storiche partite Iva che per anni hanno lavorato in quei programmi, ma a patto che vadano a prestare servizio nelle sedi regionali. Insomma, da un lato viale Mazzini taglia i fondi, dall’altro sottrae i giornalisti.
Lo sfogo di Ranucci
Comprensibile quindi lo sfogo di ieri di Ranucci: “Se fossero confermati i tagli a Report sarebbe l’ennesima dimostrazione di disprezzo nei confronti di una squadra che non solo è stata virtuosa nella gestione delle risorse pubbliche, ma ha sempre ottenuto altissima la qualità, vincendo e tenendo botta in contesti competitivi molto forti”.
“Da quello che leggo tra le righe della nota dei consiglieri Rai, Di Majo e Natale, questi tagli sarebbero funzionali a garantire i contratti messi in atto in questi anni per trasmissioni che, invece, si sono rivelate disastrose con dispendio di risorse pubbliche”, aggiunge il conduttore. I tagli, ribadisce Ranucci, “non sarebbero quindi rispettosi del pubblico che sceglie di guardare Report e non i programmi che si sono rivelati disastrosi di conduttori con contratti garantiti”.
I tagli in soldoni
In pratica, spiega Ranucci, “dovrei tagliare 12mila euro su 40mila euro lordi l’anno a una squadra di professionisti che comprende anche persone incinte, malate e con familiari disoccupati. Questa è una gestione lontana dalla Rai che ho sempre sognato e conosciuto in questi 30 anni di storia”.
“Mancano ancora le matricole, non possiamo girare”
Il conduttore denuncia poi un’altra criticità che riguarda i contratti: “In 30 anni di carriera è la prima volta che non ho le matricole aperte a giugno (come La Notizia aveva anticipato mesi fa, ndr). Questo vuol dire che non posso fare i contratti e le persone non possono iniziare a girare nei mesi di giugno e luglio quando serve”. Non solo: “Ci sono contratti di giornalisti e videomaker che partono in momenti diversi impedendo loro di lavorare insieme. Non so se il Mef ha chiesto questo tipo di tagli con questa gestione, e non penso che la condividerebbe”.
La minaccia
Inoltre, aggiunge Ranucci, “alcuni giornali e blog ipotizzano che questi tagli siano una punizione per Report, il che danneggerebbe la nostra reputazione”. Infine Ranucci accenna alla presentazione ufficiale dei palinsesti Rai d’autunno, prevista il 27 giugno a Napoli, alla quale forse non parteciperà: “Aspetto di vedere se la notizia è vera”, minaccia.