Ponte sullo Stretto, domani via libera (spot): un mercoledì da leoni per Salvini nel tripudio della destra

Salvini e tutta la destra esultano per il via libera di mercoledì al Ponte. Insorgono gli ambientalisti. "Neanche Berlusconi arrivò a tanto".

Ponte sullo Stretto, domani via libera (spot): un mercoledì da leoni per Salvini nel tripudio della destra

“Giornata storica” (copyright by Matteo Salvini). “Mercoledì straordinario” per “una Sicilia che si rialza e guarda lontano” (Matilde Siracusano, Fi). “Un’opera che collegherà storicamente la Sicilia all’Europa, trasformando il Mezzogiorno nel cuore pulsante del Mediterraneo” (Nino Germanà, Lega). Non si è certo risparmiato una massiccia dose di retorica, ieri, l’intero centrodestra per commentare l’annuncio del ministro Salvini del prossimo via libera del Cipe al Ponte sullo Stretto.

“Se ne parla dai tempi degli antichi romani”

“A proposito di promesse che non sono mai state realizzate: mercoledì mattina alle 12.30 ci sarà l’approvazione del progetto definitivo per l’avvio dei lavori del Ponte. Se ne parla dagli antichi romani, sono le ultime norme e ultime firme per queste 48 ore che segneranno una pagina di storia”, aveva annunciato il vicepremier in videocollegamento con la kermesse elettorale di Acquaroli nelle Marche.

Esplode la felicità del centrodestra per il Ponte

E da lì è stato un profluvio di dichiarazioni sempre più roboanti: “Mercoledì sarà una giornata straordinaria. Il Ponte sarà un’opera unica al mondo, un capolavoro di ingegneria italiana e un simbolo di ambizione e futuro”, si vantava Siracusano. Immancabili poi i ringraziamenti a Matteo: “A nome di tutta la Lega siciliana e di tutti quelli che ci hanno creduto e che ci credono, ringraziamo il ministro Salvini. Questo Ponte non è solo acciaio e ingegneria: è sviluppo, lavoro, crescita”, sottolineava Germanà, senatore e commissario del Carroccio in Sicilia.

Bonelli: “Neanche Silvio osò tanto”

Decisamente meno entusiastiche le reazioni delle opposizioni: il Ponte “rappresenta il più grande regalo ai privati nella storia della Repubblica: 14,6 miliardi di euro di fondi pubblici, quando nel 2005 il costo dell’opera, assegnata tramite bando di gara, era stimato in 3,88 miliardi. Da allora il costo è quasi quadruplicato, e non c’è alcuna garanzia che non aumenti ancora”, ha sottolineato l’Avs Angelo Bonelli.

“Nemmeno Silvio Berlusconi, che del Ponte fece una bandiera, arrivò a tanto”, ricorda Bonelli, “la sua proposta prevedeva un project financing con il 60% di risorse private e il 40% pubbliche. Oggi, invece, si finanzia interamente con soldi dei contribuenti. Salvini sta esponendo lo Stato a un colossale spreco di risorse pubbliche”.

Scavalcati tutti i pareri tecnici

L’esponente verde ricorda poi come, secondo i dati Ispra, uno dei piloni del Ponte (quello sul versante di Cannitello) verrà costruito sopra una faglia sismica attiva. “Ma ciò che è ancora più inaccettabile è che si sta forzando l’approvazione dell’opera scavalcando tutti i pareri tecnici”, aggiunge Bonelli, “è stato esautorato il Consiglio superiore dei lavori pubblici, organo fondamentale di valutazione e vigilanza, non sono stati ascoltati né Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, né Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), né Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), uno schiaffo alla trasparenza, alla sicurezza e alla buona amministrazione”, conclude.

Nuovo ricorso alla Ue di Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF

Una convinzione anche delle associazioni ambientaliste che ieri hanno presentato un nuovo reclamo all’Ue, che integra quello depositato il 27 marzo scorso. “L’impatto ambientale del Ponte è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera”, dichiarano unite Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF, “Per superare questa impasse è stata avviata una procedura speciale che consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni che però non sono state rispettate”.

“Hanno ammesso i pesanti impatti ambientali”

Oggetto del reclamo delle associazioni è il secondo parere della Commissione VIA VAS (n. 72/2025) con il quale si era chiusa la cosiddetta procedura di “livello III della VINCA” (Valutazione d’Incidenza): “Se non ci fossero impatti ambientali”, spiegano, “questa procedura non sarebbe mai stata avviata. Questa, infatti, si attiva solo in presenza di impatti ambientali acclarati e non mitigabili, che riguardano aree tutelate dalle direttive comunitarie Habitat ed Uccelli”.

Le condizioni non rispettate

“La Commissione VIA VAS ha evidenziato gli impatti ambientali che il Ponte produrrebbe”, continuano le associazioni, “e ha prescritto la procedura di autorizzazione in deroga che però prevede tre condizioni ineludibili: l’assenza di alternative rispetto al progetto che produce impatti, la presenza di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico che lo giustifichino, e interventi ambientali compensativi che bilancino gli impatti che provoca”. E per Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF “tali condizioni non sussistono”.