La spesa per la difesa dei 27 Paesi dell’Unione europea ha raggiunto nel 2024 il livello più alto di sempre: 343 miliardi di euro, con un incremento del 19% rispetto al 2023. Lo certifica il rapporto annuale dell’Agenzia europea per la Difesa (Eda), che colloca la spesa complessiva all’1,9% del Pil dell’Ue.
Un dato che segna un passaggio storico: per la prima volta gli investimenti hanno superato i 100 miliardi di euro, pari al 31% del totale. Si tratta della quota più elevata mai registrata dall’Eda dall’inizio della raccolta dei dati.
L’impatto del contesto geopolitico
Secondo il rapporto, l’aumento è trainato da acquisti record di attrezzature e da investimenti crescenti in ricerca e sviluppo. Un segnale della volontà degli Stati membri di rafforzare le proprie capacità militari in risposta a un contesto internazionale segnato da nuove tensioni e minacce alla sicurezza.
Nonostante i progressi, l’Europa resta comunque distante dai livelli di spesa delle grandi potenze come gli Stati Uniti, il che evidenzia la necessità – sottolinea l’Eda – di investimenti sostenuti e maggiore cooperazione per migliorare l’efficienza e garantire l’interoperabilità tra le forze armate europee.
Le dichiarazioni
“L’Europa sta spendendo cifre record per la difesa al fine di garantire la sicurezza dei nostri cittadini, e non ci fermeremo qui. Questi investimenti saranno destinati a tutti i settori, dalla ricerca e sviluppo all’approvvigionamento congiunto e alla produzione di componenti essenziali per la difesa”, ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas.
Sulla stessa linea il direttore esecutivo dell’Eda, André Denk, che ha definito “incoraggiante” il nuovo livello di spesa raggiunto: “Il nuovo obiettivo della Nato del 3,5% del Pil richiederà uno sforzo ancora maggiore, con oltre 630 miliardi di euro l’anno. Dobbiamo cooperare strettamente, trovare economie di scala e rafforzare l’interoperabilità”.
Le prospettive
Il rapporto prevede ulteriori incrementi nel 2025, segnalando un trend destinato a consolidarsi. L’Europa della difesa appare quindi in una fase cruciale: spende di più, investe di più e punta a rafforzare la propria autonomia strategica, ma la strada verso una piena equiparazione con le grandi potenze globali resta ancora lunga.