Le Lettere

No, non era un santo

L’influencer trumpiano Charlie Kirk, dopo la sua uccisione, è stato beatificato dai giornali di destra, ma non era un santo: aveva posizioni retrive, oscurantiste in materia di armi, aborto, omosessuali e immigrati.
Vera Capriotti
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Gentile lettrice, è così: Kirk non era né Gandhi né Martin Luther King, come ha detto Piergiorgio Odifreddi, una delle menti più lucide in Italia e perciò subito aggredito dalle destre: “commento disumano, spaventoso” ha urlato Meloni, una specialista nel far credere che gli asini volino. Per dire, Kirk organizzò una campagna (questa sì disumana e spaventosa) per impedire l’aborto di una bambina di 11 anni stuprata e rimasta incinta. Ma c’è molto altro, che contraddice la narrativa destrorsa. Riassumo in due parole. Innanzitutto Kirk aveva vedute molto ostili all’Ucraina e a Zelensky, cioè il contrario esatto della nostra destra. In secondo luogo, da posizioni inizialmente sioniste era giunto a un’aperta ostilità verso Israele, pur essendo stato finanziato da ambienti ebraici. Secondo varie fonti, era contrario all’attacco americano all’Iran chiesto da Netanyahu. Lo aveva detto di persona a Trump, il quale, dicono le fonti, ne fu molto irritato. Dopodiché gli ex finanziatori sionisti avrebbero fatto giungere a Kirk pressioni che lui definì, secondo le fonti, “ricatti” e “minacce”, tanto che avrebbe detto ad amici: “Israele mi farà uccidere”. Aveva poi espresso l’intenzione di convertirsi al cattolicesimo (apparteneva alla Chiesa Evangelica, che è protestante e sionista). Insomma, ce n’è in abbondanza per smontare tutta la narrativa della nostra destra abile in imposture.