Angelo D’Orsi doveva parlare a Torino sulla russofobia ma poi, senza spiegazioni, la conferenza è stata cancellato. Bella democrazia.
Susi Molino
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Gentile lettrice, il prof. D’Orsi è uno storico di valore, allievo di Bobbio, ex docente di Storia del pensiero politico all’ateneo di Torino e biografo di Gramsci e Gobetti. La sua colpa è di aver esposto fuori dal coro le ragioni della Russia nel conflitto. Mi aspettavo la solidarietà del Colle. Invece, tra i silenzi, anche quello di Mattarella. Con tutto il rispetto per la sua persona e la carica, era già accaduto quando gli Usa vararono sanzioni non contro gli autori del genocidio palestinese, bensì contro la relatrice dell’Onu Francesca Albanese che si è spesa contro il genocidio. Neppure dal governo si udì una parola a tutela di una cittadina italiana onorata e stimata nel mondo. Idem questa volta, a meno che non mi sia sfuggito un comunicato, nel qual caso mi scuso preventivamente per l’ignoranza mia e di Google che non trova una parola delle istituzioni sulla vicenda. Eppure, quando gli studenti impedirono al direttore di Repubblica Maurizio Molinari di parlare all’Università di Napoli, Mattarella si fece sentire: “L’intolleranza deve essere bandita dalle Università… è incompatibile con l’Università chiunque pretenda di imporre le sue idee senza che gli altri si possano esprimere”. Bene. Ma la regola vale solo per Molinari, i sionisti e i filoucraini? Credevamo fosse una norma da rispettare sempre, non a seconda dei casi come avviene nella Fattoria degli animali, dove “tutti gli animali sono uguali davanti alla legge, ma alcuni sono più uguali”.