I combustibili fossili dividono la Cop 30, ancora nessun accordo

Milano, 21 nov. (askanews) – I negoziati sul clima della COP30, funestati anche da un incendio che ha costretto ad una fuga generale improvvisa,sono entrati venerdì nel loro ultimo giorno a Belem, nell’Amazzonia brasiliana, ma tra i quasi 200 paesi presenti alla conferenza Onu sul clima non c’è ancora un accordo, soprattutto sul tema delle energie fossili.A differenza di quanto annunciato due settimane fa, il Brasile ha presentato un progetto di testo conclusivo che non contiene alcun riferimento alle fonti fossili e tanto meno alla creazione di una tabella di marcia per abolirle, come richiesto da almeno 80 Paesi, fra Europa, stati insulari e America Latina.”Questa COP non può concludersi senza una tabella di marcia chiara, giusta ed equa per l’eliminazione graduale dei combustibili fossili a livello globale. Non chiediamo un documento vuoto, non chiediamo un annuncio vuoto. Crediamo che stia emergendo un consenso da parte dei cittadini di tutto il mondo”, ha detto Irene Velez Torres, la ministra dell’Ambiente della Colombia, fra i 30 Paesi (compresi Francia, Belgio, Spagna e Germania), che hanno scritto alla presidenza brasiliana per chiedere di rivedere la proposta.Anche l’Unione europea ha definito inaccettabile il testo attuale. “Stiamo anche affrontando la realtà di uno scenario senza accordo”, ha detto il commissario per il clima Ue Wopke Hoekstra. Fra i Paesi contrari all’inserimento dell’abolizione dei combustibili fossili, vi sono fra gli altri giganti come Russia, India, Cina, Arabia Saudita e Nigeria. Senza contare l’assenza dal negoziato della Cop30 degli Stati Uniti di Donald Trump.