Seppur a rilento e tra non poche difficoltà, proseguono i tentativi degli Stati Uniti di arrivare a una soluzione diplomatica che, per quanto dolorosa, possa porre fine al conflitto che da oltre tre anni vede contrapposte la Russia di Vladimir Putin e l’Ucraina di Volodymyr Zelensky. Che si tratti di una situazione complessa non è un mistero all’interno dell’amministrazione americana, con il vicepresidente statunitense James David Vance che, in un’intervista rilasciata all’emittente Nbc News, ha spiegato come il mancato raggiungimento di un accordo tra Mosca e Kiev “sia una fonte di costante frustrazione per la Casa Bianca”, dove tutti “pensavano davvero che sarebbe stata la guerra più facile da risolvere”. Del resto, ha ammesso: “Se mi aveste detto che la pace in Medio Oriente sarebbe stata più semplice, vi avrei dato dei pazzi”.
Difficoltà che, comunque, non hanno ancora scoraggiato Washington, tanto che Vance ha concluso l’intervista ribadendo che, a suo dire, “abbiamo fatto molti progressi nei negoziati, anche se non abbiamo ancora tagliato il traguardo”, aggiungendo di essere speranzoso che “ci saranno buone notizie nelle prossime settimane”. Un ottimismo che, a giorni alterni, viene rilanciato anche da Donald Trump, il quale ieri ha rivendicato che “stiamo portando la pace in tutto il mondo, avendo già risolto otto conflitti. Stiamo cercando di risolvere anche l’ultimo: la crisi tra Russia e Ucraina, e sono sicuro che prima o poi ci riusciremo”.
Sono dichiarazioni prudenti, quelle di Vance e di Trump, ma che lasciano intendere come le interlocuzioni con le parti coinvolte non si siano affatto interrotte dopo il summit fallimentare di Mosca tra gli inviati statunitensi e l’entourage di Putin. Nel tentativo di smussare le rigide posizioni del Cremlino, la Casa Bianca, nel documento sulla strategia di sicurezza nazionale pubblicato ieri, ha anche accolto — in modo inatteso — una delle richieste centrali dello zar: frenare la (presunta) avanzata della Nato verso est. Nel documento si legge che “è interesse fondamentale degli Stati Uniti negoziare una rapida cessazione delle ostilità in Ucraina” al fine di “prevenire escalation involontarie o un’espansione della guerra e ripristinare una stabilità strategica con la Russia”, “mettendo fine alla percezione, e prevenendo la realtà, di una Nato come alleanza in perpetua espansione”.
Trump crede nella pace ma da Putin e Zelensky arriva un’altra frenata: “Negoziati lunghi, servirà ancora tempo”
Una dichiarazione che ha sorpreso gli alleati europei e l’amministrazione ucraina, soprattutto perché resa pubblica al termine dei colloqui a Miami tra il team negoziatore americano e quello ucraino. Al momento non è chiaro come sia andato il vertice in Florida ma, secondo indiscrezioni d’oltreoceano, si sarebbe trattato di un incontro “positivo”, sebbene privo di accordi concreti.
Di fronte a questo stallo diplomatico, e complice un’avanzata russa che — seppur lenta — prosegue, il Cremlino ha colto l’occasione per prendersi altro tempo, consolidare l’offensiva e guadagnare ulteriore terreno. A farlo intendere è stato il consigliere dello zar, Yury Ushakov, che ha ribadito come Mosca stia portando avanti i colloqui di pace con Washington, sottolineando invece l’assenza di un dialogo con l’Europa: “Loro (i Paesi Ue, ndr) avanzano costantemente richieste inaccettabili per Mosca. Gli europei, per usare un eufemismo, non stanno contribuendo a un accordo, ma lo stanno sabotando”.
Parole a cui la Casa Bianca ha risposto assicurando che farà il possibile per promuovere la ripresa del dialogo tra Russia e Unione europea. Nel frattempo, però, in Europa continuano i sorvoli di droni sconosciuti.
L’ultimo episodio — attribuito, come molti precedenti, all’esercito russo in assenza di prove definitive — è avvenuto ieri notte, quando cinque droni hanno sorvolato la base sottomarina francese dell’Île Longue, dove sono schierati i sottomarini nucleari SNLE. Secondo la gendarmeria, un battaglione di fucilieri ha aperto il fuoco contro i velivoli senza pilota dopo l’avvistamento.
Botta e risposta
In attesa che le tensioni si allentino e la diplomazia compia progressi reali, in Ucraina e in Russia si continua a combattere. Mentre prosegue l’assedio russo di Pokrovsk, con l’esercito ucraino ora ritirato nella parte nord della città, continua anche l’avanzata russa nel Donetsk, dove ieri è stato conquistato il villaggio di Bezymyannoje. L’offensiva terrestre è stata accompagnata da un pesante attacco con droni e missili alle principali infrastrutture energetiche ucraine.
Ma l’esercito di Zelensky ha risposto con una nuova operazione speciale, definita “audace”, che ha colpito “un grande impianto chimico nella regione di Stavropol, nella Russia meridionale”. Un botta e risposta che conferma quanto la pace in Ucraina resti ancora lontana.