L’inutile

di Gaetano Pedullà

Grida nel deserto. Sono giorni che il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, strilla contro la grande stampa nazionale, colpevole di ignorare lo scoop del suo giornale sulla casa offerta a Renzi da un amico, Marco Carrai, a cui il premier diede importanti incarichi quando era sindaco di Firenze. La notizia c’è tutta, così come quella riportata dal Fatto Quotidiano su una prestigiosa mostra – Pollock e Michelangelo – assegnata dalla vecchia amministrazione fiorentina alla compagna appena venticinquenne dello stesso Carrai. Eppure sui maggiori quotidiani e sui Tg non c’è una riga. Tutti impegnati a non disturbare il manovratore, i giornali fanno ormai molti mestieri, tranne che informare i lettori. Nelle scuole di giornalismo insegnano ancora che la Stampa è il cane da guardia della democrazia. La verità però è sotto gli occhi di tutti: i giornali posseduti dai grandi gruppi economici o finanziati dai partiti fanno politica o difendono i loro affari. Dunque Renzi non si tocca e Belpietro o il Fatto possono scrivere quello che vogliono. Fino ad ordine contrario nessuno se li filerà. Una situazione che ben conosciamo a La Notizia, dove da oltre un anno trovate ogni giorno inchieste, casi di malaffare, scoop esclusivi. Bombe, in un Paese dove esiste ancora il sano giornalismo. Fatterelli da ignorare, invece, qui in Italia. Più il bersaglio è grosso, più il silenzio è stridente, tranne poi vedere – magari dopo appena qualche giorno – le stesse notizie riprodotte di sana pianta e pubblicate con la firma di qualche collega abilissimo nel fare copia e incolla. È la libertà di stampa, direte voi, con il sacrosanto diritto di ciascuno di scegliere quali notizie dare e quali no. Però qui la libertà di stampa c’entra poco. Nonostante internet, nonostante il gran numero di tv e giornali, c’è un grande circolo mediatico che decide cosa è notizia e cosa non lo deve essere. Abbiamo voglia di gridare. La nostra democrazia è in un deserto.