A Lampedusa imbarcati sulla nave-quarantena i primi 250 migranti. Il sindaco Martello: “Numeri da stato di emergenza ma la soluzione non è il blocco navale”

I primi 250 migranti, tutti tunisini, sono stati imbarcati sulla Gnv Azzurra, la nave-quarantena inviata a Lampedusa dal Governo, al posto della Moby Zazà. I migranti, che si trovavano ancora nell’hotspot dell’isola siciliana, sono saliti a gruppi di dieci indossando la mascherina. Sulla ci sono altri 750 posti liberi. “I numeri all’interno dell’hotspot – ha spiegato ad Agorà il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello – e gli sbarchi sono talmente alti da dichiarare che siamo in uno stato di emergenza perché nel rapporto tra i dati di oggi e quelli del 2011, quelli di oggi sono più alti. Chiedo l’emergenza perché facilita nell’affrontare le problematiche”.

Per il sindaco di Lampedusa, al momento sull’isola ci sono “1.300 persone in due strutture: l’hotspot che era pieno con 1.100 persone e in più ci sono altre duecento persone in una struttura della chiesa, perché all’interno del centro accoglienza non entrava materialmente più nessuno”. Il blocco navale, secondo Martello, “non funziona perché quando uno blocca un’imbarcazione a mare e non si ferma, va a fondo”. “Si dice blocco navale – ha aggiunto il sindaco di Lampedusa – per fare morire le persone. Non credo che quelli che sono su una nave faranno morire le persone. Il problema è cercare di non farli partire, di collaborare con il governo tunisino e di essere pressanti”.