A volte ritornano…le pistole

Dalla Redazione

Ancora qualche tempo e la leggenda della Mafia dormiente potrebbe andare definitivamente in soffitta. Secondo la Dia c’è qualcosa di pericoloso e indecifrabile che bolle nella pentola di Cosa Nostra. Ed è necessario farsi trovare preparati allo scontro. Nelle relazione al Parlamento la Direzione investigativa antimafia ha infatti parlato di “segnali che sembrano propendere verso derive di scontro ancora da decifrare”.

In particolare, secondo la Dia, occorre un esteso impiego di indagini patrimoniali per scardinare “il rapporto tra Cosa Nostra e pezzi significativi dell’economia locale…Tale legame alimenta il potere mafioso, contamina la dimensione socio-culturale del territorio frenandone lo sviluppo e impedendo l’evoluzione verso un moderno sistema di governance”. E l’attacco alla Mafia siciliana deve continuare, inoltre, attraverso “l’offensiva investigativo-giudiziaria nei confronti delle famiglie al fine di impedirne un riconsolidamento delle strutture su più stabili basi”.

E anche sulle altre organizzazioni criminali non bisogna abbassare la guardia. A partire dalla Camorra che resta in cima alla lista per quanto riguarda gli agguati. Nel secondo semestre 2013, spiega la relazione, sono stati 10 gli omicidi commessi tra appartenenti a gruppi camorristi contro i 4 della criminalità organizzata pugliese, i 3 della ‘Ndrangheta e i 2 della criminalità organizzata siciliana.

Ma la più pericolosa in termini generali, per la Dia, resta la ‘Ndrangheta, soprattutto perché “è grave e persistente in Calabria il rischio di infiltrazione mafiosa negli enti locali”. È in questa regione infatti che ha il maggior numero di comuni sciolti per mafia, racconta la Dia. In particolare nella provincia di Reggio Calabria le indagini hanno dimostrato “ancora una volta, la pervasiva capacità della ‘Ndrangheta di infiltrarsi nel settore degli appalti pubblici condizionandone i meccanismi di regolazione”. La mafia calabrese è inoltre caratterizzata da un “persistente dinamismo, robuste potenzialità organizzative, ampie disponibilità di risorse”.