Al Festival di Perugia il giornalismo che resiste e si rinnova. Pensando ai nuovi modelli di business oltre la crisi

La grande crisi del giornalismo italiano non frena l’entusiasmo del Festival. Anche quest’anno a Perugia sono arrivati i big dell’informazione.

La grande crisi del giornalismo italiano non frena l’entusiasmo del Festival. Anche quest’anno a Perugia sono arrivati i big dell’informazione nazionale e mondiale, oltre a migliaia di giornalisti e curiosi. Più di 250 gli incontri previsti, cominciati già mercoledì, in cui si confronteranno fino a domenica circa 600 speaker. Dal crescente dibattito su fake news e post verità alle grandi inchieste del giornalismo. Non solo quello di casa nostra. Un programma talmente ampio che non si corre di certo il rischio di annoiarsi.

La cinque giorni di giornalismo – Documentari, presentazioni di libri, spettacoli teatrali e incontri. Ma anche una parte più interattiva con panel discussion e workshop, che permettono una partecipazione più attiva agli eventi del Festival ideato da Arianna Ciccone e giunto ormai alla sua undicesima edizione. Tra gli eventi speciali pensati per questa edizione anche il tributo ai vent’anni di Report (domani pomeriggio) con la partecipazione di Milena Gabanelli, che da questa stagione ha passato il timone a Sigfrido Ranucci. Grande attesa per l’incontro-spettacolo di questa sera alle 21 di Marco Travaglio al Teatro Morlacchi. Post verità e post giornalismo saranno i temi centrali che veranno trattati dal direttore del Fatto Quotidiano. Necessario, però, mettersi in fila ed armarsi di tanta pazienza per una delle star del Festival che, ogni anno, riesce a riempire il teatro in ogni ordine di posti. Per chi non riuscirà a trovare posto in platea, ci sarà comunque la diretta streaming.

Eventi mediatici – Tra gli eventi mediaticamente più attrattivi spicca il panel “Verità e Giustizia per Giulio Regeni (e non solo)”. Domani ci saranno anche i genitori del ragazzo massacrato in Egitto tra omissioni e silenzi di Stato. Grandi emozioni ieri con Firas Fayyad; il regista siriano, autore di film e documentari, ha raccontato i problemi della Siria contemporanea e le trasformazioni politiche nel mondo arabo. Il suo “Last men in Aleppo” ha mostrato immagini inedite sul conflitto siriano. Un regista talmente scomodo tanto che nel 2011 è stato arrestato e torturato dal regime di Bashar Al Assad.

Tanti anche i temi tecnici affrontati, tra questi anche il panel di stamattina dal titolo “Il ruolo dei media nel raccontare ai cittadini un’attività complessa e rilevante per la sicurezza pubblica come il decommissioning nucleare, l’ultima fase del ciclo di vita di un impianto nucleare”. Tra gli speaker dell’evento, organizzato in collaborazione con Sogin, anche il direttore de La Notizia Gaetano Pedullà. E domenica sera per chiudere la kermesse non poteva mancara la #maratonamentana con l’instancabile direttore del Tg La7.

Qui il programma completo del Festival del giornalismo di Perugia.