L’altra grana del nuovo canale Rai in lingua inglese: un servizio pubblico affidato alla consociata commerciale di viale Mazzini

Secondo il consigliere Laganà sviluppare il canale in inglese è un compito che compete a Rai Spa

Una lettera inviata al presidente Marcello Foa, all’amministratore delegato Fabrizio Salini e all’intero Consiglio d’amministrazione della Rai. E un’altra spedita alla commissione di Vigilanza, al ministero dell’Economia, a quello dello Sviluppo economico e, per conoscenza, all’intero Cda, all’Ad e al collegio sindacale di Viale Mazzini. Entrambi i documenti, che La Notizia ha potuto visionare, datati rispettivamente il 5 e il 13 marzo scorso, riportano in calce la firma dal consigliere Riccardo Laganà, eletto dai dipendenti del servizio pubblico. E che accendono i riflettori sulle criticità legate alla decisione di assegnare a RaiCom, controllata di Rai Spa, la missione di sviluppare “uno specifico canale in lingua inglese”.

Nella prima lettera, Laganà pone l’accento su una questione “di tutta evidenza”. E cioè che “il canale in inglese è non solo un obbligo di servizio pubblico, ma è un obbligo specifico, disciplinato dal Contratto di servizio”. Ne consegue, avverte il consigliere eletto dai dipendenti, assegnando il canale e il relativo budget alla controllata RaiCom, “non solo si darebbe una valenza commerciale ad un obbligo specifico di servizio pubblico”, ma “si introdurrebbe la questione del doppio ruolo che alcuni componenti del Cda Rai rivestono anche in RaiCom”. Riferimento al presidente Marcello Foa e al consigliere Igor De Biasio (leggi l’intervista). Che sedendo contemporaneamente nella controllante e nella controllata, dovrebbero “contraddittoriamente decidere se il canale in inglese sia da considerarsi di servizio pubblico ovvero di attività commerciale tipica di RaiCom”.

E non è tutto. Nella seconda lettera, Laganà aggiunge che “il contributo pubblico percepito dalla società concessionaria… (Rai Spa, ndr), risultate dal canone di abbonamento… è utilizzabile esclusivamente ai fini dell’adempimento dei compiti di servizio pubblico generale” ad essa affidati. Non solo. In base a questo principio, fissato dall’articolo 7 del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, richiamato nella lettera, “risulterebbe vietato per legge finanziare col canone attività commerciali, quale diventerebbe il canale in inglese se gestito da RaiCom”. Ergo, secondo Laganà, “sviluppare il canale in inglese” è un compito che compete a Rai Spa.