Andrea Crisanti: “Con le scuole aperte i contagi saliranno”

Riaprire tutto con faciloneria significa prepararsi una tranvata, visto che siamo sempre sopra 15mila casi giornalieri, dice Andrea Crisanti

Andrea Crisanti: “Con le scuole aperte i contagi saliranno”

“Affermare che la riapertura delle scuole non causi un incremento dei casi è, diciamo, una baggianata”. Lo dice in un’intervista al ‘Messaggero’, Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia, secondo il quale riaprendo “le scuole senza avere vaccinato come ha fatto il Regno Unito, ci prendiamo un grande rischio”, perché “dove si è riaperta la scuola, immediatamente c’è stato un impatto sulla trasmissione del virus”.

Andrea Crisanti: “Con le scuole aperte i contagi saliranno”

Per l’immunologo nella riapertura delle scuole avremmo dovuto seguire l’esempio dell’Inghilterra “che per 4-5 mesi ha sì chiuso, ma ha vaccinato moltissime persone. Vaccinando molto, molto di più di quanto è stato fatto in Italia, allora potevi permetterti di ricominciare le lezioni”.

Quanto al vaccino AstraZeneca, secondo Crisanti, “c’è stato un disastro di comunicazione e sono stati esasperati eventi normali per lo sviluppo della campagna vaccinale. Si tratta di un vaccino estremamente sicuro, lo dimostra l’esperienza del Regno Unito. Sebbene il meccanismo sia diverso, per una persona soggetta a trombi è molto più pericoloso prendere l’aereo che farsi il vaccino”. E conclude: “Dobbiamo vaccinare molto di più, su questo non ci sono dubbi”.

“Riaprire tutto con faciloneria significa prepararsi a una tranvata, visto che siamo sempre sopra ai 15mila casi giornalieri. Siamo ancora in tempo per avere una estate migliore. Bisogna vaccinare, ma anche difenderci dalle varianti, controllando meglio le nostre frontiere e aumentando molto di più il sequenziamento. Poi, in autunno, ci troveremo con un numero di persone vaccinate molto elevato e la situazione sarà migliore. Avremo protetto tutte le categorie più a rischio, anche se non credo alla possibilità di raggiungere l’immunità di gregge. Ci sono solo due incognite: la durata della protezione e la capacità di identificare eventuali nuove varianti”.

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