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Un tuffo negli Anni 20. Via alla striscia estiva del format di Rai2. Nonostante gli ascolti che faticano

Anni 20, il programma di Rai 2 condotto da Francesca Parisella e Alessandro Giuli, è ripartito nella nuova versione Anni 20 Estate.

Pubblicato il 25 Giugno 2021 - Aggiornato il 25 Giugno 2021 alle 16:06 di Redazione on-line
Un tuffo negli Anni 20. Via alla striscia estiva del format di Rai2. Nonostante gli ascolti che faticano

Anni 20 (qui su RaiPlay) è un programma settimanale di Rai 2, condotto da Francesca Parisella fiancheggiata da Alessandro Giuli, in onda nella prima serata del giovedì dall’11 marzo al 20 maggio 2021 e ripartito il 16 giugno nella nuova versione Anni 20 Estate nella seconda serata del mercoledì sempre su Rai 2. Il format fa seguito all’esperienza del precedente Seconda linea, condotto dallo stesso Giuli con Francesca Fagnani, che era stato tenuto aperto per qualche puntata.

Il titolo è volutamente nostalgico: gli anni ‘20 sono stati l’età dell’oro, la Belle Époque, Berlino, la Repubblica di Weimar, insomma un periodo storico molto importante sia dal punto di vista di vivacità e trasformazione culturale, sia dal lato politico con l’elaborazione e il confronto forte di movimenti che ancora incidevano sulla società.

Il programma ha trattato diversi argomenti nel corso delle sue puntate passando dal turismo ai collaboratori di giustizia, dal Ddl Zan all’Europa, dalle sfide del digitale ai caos vaccini, fino ai campi rom e alle elezioni amministrative. E non sono mancate le polemiche proprio a causa di alcuni di questi servizi: uno antieuropeista venne accusato di aver raccontato falsità e creò alcuni grattacapi ai vertici Rai mentre quando si parlò del Ddl Zan memorabile fu l’intervento in diretta dell’ex deputata Pd Paola Concia che si dichiarò “schifata” dai toni del servizio e del programma.

Va detto che in tutto ciò la conduttrice Parisella si è sempre dimostrata molto professionale, seria, senza perdere mai le staffe. Del resto lei è abbastanza abituata a certi ambientini dei talk avendo collaborato già a trasmissioni di peso come Matrix e Quarta Repubblica, entrambi condotti da Nicola Porro, oltre all’impegno radiofonico di In un’ora su Radio 2. Come dicevamo, è affiancata da Alessandro Giuli, un fine e anticonformista intellettuale di destra che si distingue per i suoi interventi intelligenti, misurati ed efficaci, oltre a essere autore di pamphlet sulla destra postfascista e aver collaborato con testate come Il Foglio, Il Tempo, Libero e Tempi, di cui è stato direttore.

Il programma ha faticato a farsi largo nella prima serata del giovedì, forse proprio a causa della sua linea culturale, volutamente in contrapposizione con il taglio dei tradizionali talk show conflittuali e rissosi: la Parisella vuole evitare questo tipo di narrazione, non rientra nel suo modo di fare tv. In corsa sono stati fatti alcuni cambiamenti, sono stati introdotti dei politici e anche dei brevi confronti simili proprio ai talk appena citati. E anche in questo caso il pepe non è mancato, basti pensare allo scontro tra Carlo Calenda e Marco Rizzo che non si sono certo risparmiati a suon di bordate l’uno contro l’altro.

Tuttavia gli ascolti sono ancora penalizzati dalla collocazione ma è ovvio che risentono anche di una rete che per anni è stata completamente trascurata e abbandonata dalla Rai a un destino di posizionamento non chiaro, a metà strada tra informazione, sport e intrattenimento. Ma veniamo ai dati forniti come sempre da OmnicomMediaGroup.

Nel corso della programmazione in prima serata, dall’11 marzo al 20 maggio, Anni 20 ha tenuto una media di 432.685 spettatori con l’1,8% di share; risultati ancora insufficienti con una lieve crescita nella versione estiva che, anche se dopo due sole puntate, ha 237.000 teste e il 2% di share medi, con la puntata di mercoledì 23 giugno che ha sfiorato i 250.000 utenti e superato il 2,1% di share.

Le donne (2,3% di share) superano i maschi (1,8%) mentre il pubblico giovane 25/34 anni fa il 2,2%, dietro di poco agli over 55 (2,5%), col target laureati in linea con lo share del programma (2,1%). A livello territoriale prevale leggermente il Centro-Sud con i gradimenti più alti in Basilicata (6,6%), Molise (4,3%), Umbria (3,5%) e Lazio (3,1%).

di Redazione on-line

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