Aperto e chiuso con rinvio al 15 marzo il processo per corruzione all’ex pm Palamara. Csm e Anm hanno chiesto di costituirsi parte civile

Si aperto oggi a Perugia il processo per corruzione a carico dell'ex consigliere del Csm, Luca Palamara e di Adela Attinasi.

Aperto e chiuso con rinvio al 15 marzo il processo per corruzione all’ex pm Palamara. Csm e Anm hanno chiesto di costituirsi parte civile

Aperto e subito rinviato al 15 marzo 2022, il processo per corruzione a carico dell’ex consigliere del Csm, Luca Palamara. Con lui, a processo anche Adele Attisani. Nel corso della prima udienza, alla quale erano assenti gli imputati, Csm e Anm hanno chiesto di costituirsi parte civile. I legali di Palamara hanno chiesto e ottenuto i termini a difesa per consentire alle parti di studiare le richieste e discuterne nella prossima udienza.

L’ex pm Palamara è accusato dalla Procura di Perugia, di aver ottenuto varie utilità per sé e per Attisani dall’imprenditore Fabrizio Centofanti (leggi l’articolo): “Luca Palamara, prima quale sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Roma ed esponente di spicco dell’Associazione Nazionale magistrati fino al 24 settembre 2014, successivamente quale componente del Consiglio Superiore della Magistratura e magistrato fuori ruolo – si legge nel capo di imputazione – ricevevano da Fabrizio Centofanti le utilità per l’esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri”.

Per l’accusa, Attisani sarebbe stata l’istigatrice dei comportamenti illeciti di Palamara. Centofanti aveva patteggiato un anno e sei mesi (leggi l’articolo), a luglio nel corso dell’udienza preliminare. Assolto dall’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio l’ex procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, anche lui indagato nello stesso procedimento.

“I miei legali – ha detto Palamara – faranno le loro contro deduzioni sulle richieste di costituzione di parte civile di Csm e Anm. Io posso solo costatare che per la prima volta entrambi si sono costituite nei confronti di un magistrato a differenza di quello che accade ad esempio in relazione ad altre vicende come quelle milanesi sui verbali della loggia Ungheria”.

“In ogni caso – ha proseguito l’ex consigliere del Csm – per me il dibattimento sarà il luogo per chiarire la vicenda. Ancora di più dopo che sono state ammesse le riprese audio e video, e spiegare a magistrati e opinione pubblica come sono andate realmente le cose. A partire dal funzionamento del trojan”.