L’Atlantide dei laureati. La firma di Purgatori sul format di La7. Che spopola tra il pubblico più colto

Andrea Purgatori dal 2017 ha dato una sferzata al format rendendo Atlantide una delle trasmissioni d’approfondimento più apprezzate.

L’Atlantide dei laureati. La firma di Purgatori sul format di La7. Che spopola tra il pubblico più colto

Veicolare la legalità e l’educazione civica è uno degli aspetti più importanti della missione del servizio pubblico. Questo non solo in occasione degli eventi di attualità, degli anniversari per ricordare i martiri della mafia o delle ricorrenze più frequenti; dev’essere un messaggio perennemente trasmesso sugli schermi della tv di Stato. Ma non solo. Anche gli editori privati, infatti, sono ormai perfettamente in grado di realizzare prodotti sul piano della pubblica utilità, prodotti talvolta anche migliori di quelli offerti della Rai. È il caso di Atlantide su La7 (qui per rivedere le puntate), programma in onda da quasi vent’anni e, dal 2017, affidato ad Andrea Purgatori, il quale ha dato una sferzata al format rendendo Atlantide una delle trasmissioni d’approfondimento più apprezzate.

Purgatori è uno dei giornalisti d’inchiesta tra i più significativi della categoria e, una delle peculiarità che lo hanno reso un punto di riferimento, è che se inizia a seguire una pista non la molla per anni, continuando a sviscerarla finché non ha trovato un percorso che si avvicini il più possibile alla verità. Come formazione Purgatori proviene dalla carta stampata, ma nel corso degli anni ha dato vita anche a una serie di programmi e speciali televisivi per la Rai e, in seguito, per La7, di cui si può fruirne in gran parte su internet, dato che sono dei veri capisaldi dell’informazione sui grandi casi irrisolti nella storia d’Italia.

Tornando ad Atlantide, nell’ultima stagione televisiva molte delle puntate sono state dedicate alla criminalità organizzata, alla Mafia e alla ‘Ndrangheta, ma anche a casi come quello di Emanuela Orlandi o il delitto Moro. Ultimamente le sue inchieste, soprattutto nella fase della pandemia, sono diventate più essenziali ma non meno incisive e intriganti. Di solito la trasmissione presenta in studio 4 o 5 ospiti che sono sempre centrati rispetto all’argomento che si vuole trattare, ad esempio nella puntata Il nuovo Buscetta? è stata realizzata una lunga intervista esclusiva al procuratore Nino Di Matteo.

Oppure, nell’ultima puntata dedicata all’anniversario ventennale del G8 di Genova, tra gli ospiti era presente Giuliano Giuliani, padre della vittima degli scontri Carlo. Tutti i documentari di Purgatori sono strutturati in modo analogo, ma l’elemento interessante del suo racconto, il filo di Arianna, è rappresentato dalla sua persona; nelle interviste, nelle testimonianze, nella raccolta delle documentazioni è sempre lui a filtrare il tutto e ad accompagnare lo spettatore. Il meglio di sé lo dà con le interviste one-to-one ai testimoni: in questi momenti Purgatori manifesta una totale padronanza degli argomenti che affronta, senza mai cadere nell’autoreferenzialità.

Passando ai numeri, forniti come sempre da OmnicomMediaGroup, innanzitutto è da evidenziare come Atlantide sia in crescita: nella stagione 2020-2021, infatti, il programma ha visto aumentare sia audience (+17%) che share (+0.3%) rispetto allo scorso anno, consolidandosi su una media di poco più di 630.000 telespettatori che valgono il 3.1% di share. È interessante notare come gli ascolti aumentino sensibilmente nella fascia degli spettatori laureati, raggiungendo in questo caso un picco del 5.8% di share.

Predominanza, poi, del pubblico maschile (3.6%) su quello femminile (2.6%), mentre a livello territoriale svetta il Friuli Venezia Giulia col 5.5% e la Campania rappresenta il fanalino di coda col suo 1.9%. A livello generale, la trasmissione di Purgatori ottiene maggior consenso nelle regioni del Centro-Nord, in cui, spesso, la media è più alta rispetto a quella generale.