Attentato contro l’Iss. Incendiato il portone della sede di Roma. Brusaferro: “Continueremo a servire il nostro Paese”

Attentato contro l'Iss ieri sera a Roma. Il portone della sede dell'Istituto superiore di Sanità è stato incendiato. Indagano i carabinieri.

Attentato contro l’Iss. Incendiato il portone della sede di Roma. Brusaferro: “Continueremo a servire il nostro Paese”

Attentato contro l’Iss. Pesante atto incendiario, intorno alle 20 di ieri, nei confronti dell’Istituto superiore di Sanità. Il portone della sede di viale Regina Elena, a Roma, è stato dato alle fiamme utilizzando liquido infiammabile. Le indagini sull’accaduto sono in corso. I Carabinieri stanno valutando le immagini registrate dalle telecamere posizionate lungo il perimetro della sede.

Al momento gli investigatori dell’Arma non escludono nessuna pista, dal gesto di un folle ad un atto dimostrativo. Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, assieme al direttore Andrea Piccioli, in una comunicazione interna ai dipendenti raccomanda di alzare il livello di attenzione. “Oltre ai sistemi di sorveglianza ed allerta già in essere – si legge nella comunicazione – raccomandiamo a tutti massima attenzione e vigilanza”.

“Lavoriamo per dare il massimo sostegno alla gestione dell’emergenza nell’unico interesse di tutelare la salute. Continueremo a servire il nostro Paese per superare insieme questa pandemia” ha detto Brusaferro commentando l’atto intimidatorio con un post sulla pagina Facebook dell’Iss.

“Sono inaccettabili gli atti intimidatori contro l’Istituto Superiore di Sanità. A Silvio Brusaferro e a tutte le donne e gli uomini dell’ISS – ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza – va il mio pieno sostegno e la gratitudine per il lavoro straordinario fatto ogni giorno al servizio del Paese. Il nemico è il virus. Non chi si impegna per combatterlo”.

“E’ un atto oltraggiosamente intimidatorio – ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli -, non soltanto da condannare ma chiaramente inaccettabile. Chi lavora all’Istituto Superiore di Sanità prova ad offrire un servizio al Paese per cercare di far gestire all’Italia un problema che ha investito tutto il mondo. Massimo della solidarietà”.