Autolesionismo e violenze. Nonostante il commissariamento, al Cpr di via Corelli non è cambiato nulla

La denuncia del consigliere regionale Luca Paladini sulle insostenibili condizioni dei reclusi nel Cpr di via Corelli.

Autolesionismo e violenze. Nonostante il commissariamento, al Cpr di via Corelli non è cambiato nulla

Episodi di violenza, autolesionismo, tentativi di suicidio, reclusi che restano senza cure mediche dignitose. Nel Cpr, Centro di permanenza e rimpatrio, di via Corelli tutto è rimasto uguale. Nonostante il commissariamento di dicembre scorso. A dirlo, il consigliere regionale Luca Paladini della lista Majorino presidente, che nel Cpr c’è andato per ben due volte – a marzo e lunedì scorso – dopo l’intervento a gamba testa della Procura, la quale aveva messo sotto inchiesta l’allora fallimentare ente gestore, la Martinina srl di Pontecagnano Faiano (SA), vincitrice della gara indetta dalla Prefettura di Milano dal valore di oltre 4 milioni di euro.

Un intervento che aveva anche scongiurato un prolungamento d’ufficio dell’assegnamento. A seguito delle indagini la struttura è stata sequestrata e data in carico a un amministratore giudiziario, il quale a sua volta ha nominato una nuova direttrice in attesa della pubblicazione di un nuovo bando di affidamento. Domani Paladini presenterà alcune evidenze frutto dei suoi sopralluoghi e lancerà anche la manifestazione per la chiusura di tutti i CPR organizzata per sabato 6 aprile a Milano dalla Rete “Mai più lager – No ai CPR” e che ha ricevuto numerose adesioni da singoli e associazioni da tutta Italia, tra le quali Acli e Camera del Lavoro.

Paladini, cosa ha trovato di diverso nel Cpr sotto la gestione commissariale, rispetto a quando era in mano a Martinina?
Molto poco. Restano tensione sempre altissima e un clima insopportabile.

L’inchiesta del pm Storari di dicembre aveva svelato un abnorme uso di farmaci, somministrati ai reclusi senza controllo medico, cibo scaduto servito in mensa; cure sanitarie negate… Oggi?
Oggi è rimasto uguale. Abbiamo verificato numerosi episodi di autolesionismo, persone che pur di non rimanere chiuse lì dentro senza aver commesso alcun reato, ingoiano lamette da barba è si rompono braccia o gambe. Restano criticità e opacità.

Ma il commissariamento non serviva proprio a evitare episodi del genere…?
Le faccio un esempio: esiste un Registro degli Eventi critici, risulta aggiornato fino a inizio marzo. Poi più nulla. Ma non perché non siano accaduti eventi critici, ma perché i responsabili si sono stancati di annotarli, visto che accadevano quotidianamente…

E circa gli psicofarmaci, che secondo le accuse, i vecchi gestori propinavano a palate (nel decreto del pm si parlava di oltre il 70% dei reclusi che ne faceva uso)?
La somministrazione continua, anche se non c’è un registro che segni le quantità date. Anzi, ora molte le persone che chiedono espressamente gli psicofarmaci.

Al tempo dell’inchiesta fece molto scalpore anche il fatto che in mensa venisse servito cibo avariato, a volte ricoperto di vermi. Almeno sul quel versante le cose sono migliorate?
Anche qui tutto uguale. Il cibo continua a essere scadente e sempre uguale. Tanto che molti reclusi hanno problemi gastrointestinali.

Come se ne esce?
Chiudendo il Centro di Corelli (e tutti gli altri in Italia), domani.

Ok, però la tendenza in Regione Lombardia non sembra proprio su questa linea, anzi, da tempo si ventila l’ipotesi di un possibile secondo Cpr in regione…
Come consigliere denuncerò quanto succede in ogni modo. Tra l’altro, secondo il decreto Cutro, per aprire un nuovo Cpr serve l’assenso anche della regione ospitante. E farò di tutto per bloccare questo scempio.