Il calcio dei ricchi uccide il merito. Così la Superlega umilia lo sport. La globalizzazione mette le mani sul pallone. Anche grazie ai miliardi di JP Morgan

Rivoluzione nel mondo del calcio con la Superlega finanziata dalla banca d’affari JP Morgan per 3.5 miliardi di dollari erogati subito.

Il calcio dei ricchi uccide il merito. Così la Superlega umilia lo sport. La globalizzazione mette le mani sul pallone. Anche grazie ai miliardi di JP Morgan

Rivoluzione nel mondo del calcio con la proposta di creazione di una Superlega finanziata dalla banca d’affari JP Morgan per 3.5 miliardi di dollari erogati subito. Uefa e Fifa si scagliano contro il progetto dei quindici club fondatori di farsi un campionato privato: “Ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali”, afferma una nota di agenzia.

L’idea è quella di farsi un campionato europeo privato tra i club fondatori e cinque a rotazione frutto dei risultati nei rispettivi campionati. I ribelli sono 12: Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham a cui dovrebbero aggiungersi il Bayern Monaco, Borussia Dortmund e il Psg. Si tratta per ora di squadre dell’Inghilterra, dell’Italia e della Spagna, più le due future aggiunte di Germania e Francia.

Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, definisce “orribile” il progetto della Superlega, ma la presenza della Banca di Affari Usa la dice lunga sulla sua fattualità. Insomma, a settembre la competizione infrasettimanale dovrebbe partire, con la finale giocata di sabato. Nel frattempo tutti i campionati vengono sconquassati perché i club ribelli, da noi Milan, Inter e Juventus, rischiano l’esclusione e magari si faranno anche un campionato privato nazionale visto che l’attuale Figc che l’organizza è affiliata all’Uefa.

Il progetto della Superlega è frutto della crisi pandemica che ha ridotto notevolmente i guadagni dei grandi club, ma non gli ingaggi milionari dei pedatori e da qui la rivoluzione in atto. Certo che il progetto è in sintonia con la globalizzazione. Si vuole creare un luogo d’élite a cui solo i club più potenti e ricchi potranno accedere, un po’ come avvenuto negli ultimi decenni con la creazione di sempre maggiore ricchezza per gli stati ricchi e sempre maggiore povertà per quelli poveri.

Un progetto discriminante che rischia di stravolgere consuetudini centenarie in nome del dio denaro e alla faccia degli ideali dello sport. Si tratta del primo concreto effetto della riorganizzazione del business mondiale dopo la pandemia da Covid -19. Ma dietro c’è dell’altro e cioè il fatto che gli Usa si vogliono prendere il calcio agendo non a livello sportivo, cosa che non gli è mai riuscita, ma a livello economico dove invece sono molto bravi. Non a caso Macron e Johnson non ci stanno ed hanno espresso tutto il loro disappunto dopo l’annuncio della nascita della Superlega.

E stranamente questa proposta avviene proprio dopo l’elezione del democratico Biden che in qualità di Presidente Usa qualcosa potrebbe c’entrare. Molti parlano di una Nba europea dimenticandosi che l’Nba è aperta a chiunque si voglia iscrivere con le carte in regola mentre la Superlega è un club esclusivo gestito da privati unicamente per fare soldi ed escludere tutti i club deboli che non hanno le risorse finanziarie per competere a livello globale.

Insomma, si tratta di un processo di selezione naturale per creare una competizione geneticamente modificata ad uso e consumo delle telecamere e del business internazionale. Poi dei tre club italiani, tutti del Nord, che farebbero parte di diritto come soci fondatori e che – guarda caso – si piazzano in testa al palmares dei titoli vinti nel nostro Paese e che dispongono dei portafogli più gonfi.

La rivolta italiana è stata guidata da Andrea Agnelli (nella foto) – presidente della Juventus – che da tempo lavorava al progetto ed ha tradito la fiducia dell’Eca che rappresenta i club europei di cui era presidente fino a poche ore fa, carica che assommava all’esecutivo della Uefa. Di fatto Agnelli ha accoltellato alle spalle il suo amico Ceferin in nome di una smisurata avidità che lo ha convinto a fare un doppio gioco che ha ingannato tutti.