Carlo Calenda chiama, il sindaco di Milano, Beppe Sala, risponde… Sono sempre più solide e visibili le prove di avvicinamento del primo cittadino di Milano, a capo di una giunta di centro-sinistra che per ora esclude Azione (ma l’ingresso è prossimo), e il leader di quell’ala centrista, che conta poco a livello nazionale, ma che riesce comunque a essere onnipresente su giornali e tv.
Sala-Calenda il tandem che vuole partire da Milano e allargarsi all’Italia
I due stanno lavorando da tempo a un soggetto di centro che dalla Lombardia dovrebbe allargarsi a tutta l’Italia. L’ennesimo progetto borderline di Calenda, l’ennesimo futuro politico possibile di Sala, ormai a fine secondo mandato, ma con ancora tante velleità a livello nazionale. Ieri il sindaco, probabilmente prima di conoscere i risultati delle regionali, se n’è uscito con un “Io ho idee un po’ diverse rispetto a una parte significativa della sinistra che ritiene che in questo momento di radicalizzazione” si vinca “spostandosi molto a sinistra”.
Sala contro il campo largo
Certo, parlava delle prossime elezioni di Milano, per le quali il sindaco sta “lavorando” per la scelta di un successore proprio con Calenda (e i riformisti Pd), come lui stesso ha detto. “Credo che nella nostra città sia presente una forte componente” centrista. Quanto al centrosinistra a livello nazionale e rispetto al cosiddetto campo largo ha aggiunto “Io non è che dico che si vince al centro, dico che il centro non c’è”.
Calena mette nei mirino i giudici milanesi
E quindi vuole prenderselo lui. Insieme a Calenda, che contemporaneamente, inviava a Sala il suo consiglio (di destra): Milano “ha un tema di sicurezza grande come una casa. Deve essere lavoro della giunta coadiuvata dal ministero dell’Interno. Se potessi dare consiglio a Sala è di concentrarmi molto sul tema della sicurezza”.
Quindi è arrivata l’invettiva contro i giudici che stanno conducendo la maxi-inchiesta sull’urbanistica (che vede Sala indagato): “Siamo un Paese che odia i vincenti. Quando si dice che c’è un modello Milano, il giorno dopo si mettono in moto tutte le forze politiche per demolirlo quel modello. Io credo che azione magistratura sia stata improvvida, sbagliata e politica”. Le stesse parole (più esplicite) di Sala, ma soprattutto le stesse parole della destra.
Intanto Azione tratta anche con Forza Italia e riformisti Pd
Non a caso Calenda, mentre tratta con Sala, tesse le fila anche con Forza Italia, alla ricerca di un asse di centro, del quale dovrebbe fare parte anche Matteo Renzi. Si tratta della versione lombarda di quel progetto che il leader di Azione ripropone a ogni elezione, dove non è né di destra né di sinistra, ma finisce spesso per stare con la destra dove il risultato elettorale appare scontato, e nel non essere influente sul risultato finale quando vince il centrosinistra. Anche perché risulta essere spesso respingente per molti elettori del Campo largo.
Un progetto liquido quanto impalpabile il suo: nella tornata di ieri, Azione dove si è presentata, non è stata un fattore per la vittoria del centro-sinistra. Carlo e Beppe possono flirtare e programmare quanto vogliono, ma se non abbracciano apertamente Forza Italia (eventualità più che possibile) e i Riformisti non escono dal Pd, continueranno a danzare da soli, senza alcun futuro.