Canone e contratto di servizio, Rai sul precipizio

di Marco Castoro

Il nuovo contratto di servizio e la lotta agli evasori del canone sono le due priorità di casa Rai che stanno a cuore al governo. Lo sa bene Antonio Catricalà, il viceministro per lo Sviluppo economico che ieri ha indicato la strada da percorrere. Primo impegno: bozza in settimana del contratto di servizio (scaduto a fine 2012). Secondo: una Rai più credibile e rispettosa della sua missione, il contratto di servizio appunto.

Le linee guida da rispettare
Ma per arrivare al contratto di servizio (2013-2015) occorre far rispettare le linee guida approvate il 29 novembre 2012 dal ministero dello Sviluppo economico e dall’Agcom, pubblicate sulla gazzetta ufficiale. Nel documento ci sono alcuni passaggi chiave che chiamano in causa anche il canone. Il primo riguarda la qualità della programmazione che dovrebbe differenziare la Rai dagli altri competitor, come affermato nell’ambito Ue. «Qualità che costituisce il controvalore al pagamento del canone». Oltre la qualità esiste un altro scoglio che sarà determinante per il nuovo contratto di servizio: gli standard televisivi Dvb-T2. In pratica la nuova evoluzione del digitale terrestre che finirà per aumentare i canali nei multiplex. Figuratevi che cosa potrebbe accadere se il governo decidesse di ricambiare i decoder e passare a una nuova tecnologia! La rivoluzione. Dopo che ancora adesso ci sono cittadini (anziani soprattutto) che hanno problemi con il dtt attuale. E non va dimenticato che sono proprio gli anziani a vedere di più i programmi della Rai.

L’equivoco canone
Premesso che il canone dovremmo pagarlo tutti. E chi non lo paga è un evasore. Tuttavia bisogna cercare di uscire dal tunnel degli equivoci. Perché lo si deve pagare quando si compra un televisore, come tassa di possesso, quando invece è strettamente collegato alla qualità della programmazione Rai, così come sancito nelle linee guida del servizio pubblico?
E come la mettiamo per chi le trasmissioni se le vede sul computer, o su tablet e smartphone, utilizzando l’on demand, o dopo aver scaricato il podcast? Il canone deve pagarlo oppure no?
I nodi al pettine sono tanti. E non è da escludere che qualche associazione di consumatori possa già cominciare a rivendicare qualche abuso commesso. E magari chiedere l’illegittimità di un canone pagato per il 2013 senza che però nello stesso anno si sia provveduto a firmare il nuovo contratto di servizio, soprattutto rispettando quelle linee guida che – salvo miracoli o futuri decreti legge – difficilmente verranno rispettate.

I pensionati di Gubitosi
Il dg Luigi Gubitosi ha ribadito che «al 30 giugno sono usciti dalla Rai 430 dipendenti, un centinaio dei quali sono giornalisti. Nel piano industriale sono previste entro l’anno in totale 600 uscite, con un risparmio per il triennio 2013-2015 di 60-70 milioni di euro. A fronte di queste uscite sono previste assunzioni: 75 giornalisti, tra scuola di giornalismo di Perugia e concorso nazionale per i precari. Altri 200 giovani che verranno assunti sempre per concorso con contratto di apprendistato, anche se manca ancora l’accordo con i sindacati». Ma un accordo ieri è stato firmato tra Rai e Usigrai sull’uscita anticipata di una quota di giornalisti, che comunque hanno raggiunto i requisiti pensionistici minimi.

@marcocastoro