La retata di carabinieri infedeli accusati di associazione a delinquere a Milano

L'avviso di conclusione indagini ai carabinieri Arturo Pacini e Roberto Geraci, in servizio presso polizia giudiziaria di Piazza Umanitaria

La retata di carabinieri infedeli accusati di associazione a delinquere a Milano

L’accusa è di associazione a delinquere e a fronteggiarla sarà un gruppo di carabinieri infedeli che si era insediato all’interno della procura di Milano. Che ieri ha chiuso le indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio di tutti. Lo racconta oggi Il Giornale in un articolo di Luca Fazzo.

La retata di carabinieri infedeli accusati di associazione a delinquere a Milano

Il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pubblico ministero Rosaria Stagnaro hanno inviato l’avviso di conclusione indagini ad Arturo Pacini e Roberto Geraci. Ovvero i due sottufficiali dell’arma che erano in servizio presso la polizia giudiziaria di Piazza Umanitaria. Insieme a loro altri cinque colleghi specializzati in rapine e sfruttamento della prostituzione. Nell’inchiesta si parla anche di un sistema di favori e scambi di informazioni coperte da segreto o riservate. È nata dalla denuncia dell’ex compagna di Pacini, che chiede l’annullamento dell’assegnazione della custodia della loro figlia minorenne al padre.

Secondo quanto raccontato dalla donna, i carabinieri del gruppo prendevano dai fascicoli dei pm notizie su cittadini fermati o indagati per piccoli reati e si presentavano nelle abitazioni per perquisizioni mai disposte che si traducevano in rapine. Ma a volte venivano rapinati anche vittime incensurate: tra i colpi messi a segno ci sarebbe anche quello compiuto ai danni di Ester Barbaglia, meglio nota come «Maga Ester», la chiromante di fiducia di politici e vip.

Nelle serate in branco il «Gruppo» rapinava anche prostitute dopo avere estorto rapporti sessuali. Nelle carte dell’inchiesta compaiono, oltre ai nomi dei membri del «Gruppo», anche quelli di altri carabinieri, in particolare della stazione Duomo, che la ex compagna di Pacini accusa di averla ostacolata nel deposito delle denunce contro l’appuntato. Difficoltà che avrebbe incontrato, almeno nella fase iniziale, anche le prime volte in cui cercò di rivolgersi direttamente alla Procura.

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