Caso Liliana Resinovich, ultime notizie: la perizia della procura di Trieste parla di suicidio ma ci sono ancora nodi irrisolti

Per la perizia ordinata dalla procura di Trieste, Liliana Resinovich sarebbe morta suicida per asfissia causata da due sacchetti di plastica.

Caso Liliana Resinovich, ultime notizie: la perizia della procura di Trieste parla di suicidio ma ci sono ancora nodi irrisolti

Liliana Resinovich è morta suicida per asfissia indotta da due sacchetti di plastica stretti intorno alla testa. È questo il risultato della perizia richiesta dalla procura di Trieste per stabilire le cause del decesso della donna scomparsa a dicembre 2021 il cui corpo è stato poi ritrovato a circa un mese dalla sparizione.

Caso Liliana Resinovich, la perizia della procura di Trieste: “Si è suicidata”

Liliana Resinovich, 63 anni, è scomparsa a Trieste il 14 dicembre 2021. Il suo cadavere è stato, poi, ritrovato il 5 gennaio 2022 nel parco dell’ex ospedale psichiatrico della città. La donna pare sia morta suicida. A rivelarlo, la perizia disposta dalla procura che è stata eseguita dal medico legale Fulvio Costantinides e dal radiologo Fabio Cavalli. La vicenda, quindi, alla luce dei risultati della perizia, risulta essere ufficialmente risolta.

In considerazione delle nuove informazioni diffuse, la 63enne si sarebbe tolta la vita circa due o tre giorni prima del ritrovamento. Il decesso è avvenuto per asfissia indotta da due sacchetti di plastica per uso alimentare stretti sulla testa.

Liliana Resinovich risiedeva a Trieste insieme al marito Sebastiano Visintin: l’abitazione in cui viveva la coppia si trovava a meno di un chilometro dal parco dell’ex ospedale psichiatrico presso il quale la donna è stata recuperata.

Ma ci sono ancora nodi irrisolti

Sulla base delle informazioni diffuse sul caso di Liliana Resinovich, il corpo della 63enne è stato trovato chiuso in due grandi sacchi usati per i rifiuti: in uno, il cadavere era stato infilato dall’alto mentre, in un altro, il cadavere era stato infilato dal basso. La donna era rannicchiata in posizione fetale e, come già segnalato, con due sacchetti di plastica trasparente per alimenti stretti intorno alla testa.

Per il medico legale Fulvio Costantinides e il radiologo Fabio Cavalli, l’asfissia è compatibile con il suicidio. Gli esperti hanno sottolineato che se si respira l’anidride carbonica che si espira si muore senza riportare traumi particolari.

Resta tuttavia un mistero dove la donna sia stata per quasi un mese ossia dal giorno della sua scomparsa a quello del suo ritrovamento. Al contempo, non sono ancora state individuate né tantomeno svelate motivazioni valide che spieghino perché Liliana Resinovich abbia deciso di porre improvvisamente fine alla sua vita.