Chi inquina non paga. Nuove tensioni su Bagnoli e il lascito Caltagirone

Il gioco a scacchi su Bagnoli non poteva avere vita lunga. E così sulla questione delle bonifiche si alzano nuove tensioni.

Chi inquina non paga. Nuove tensioni su Bagnoli e il lascito Caltagirone

Il gioco a scacchi su Bagnoli non poteva avere vita lunga. E così sulla questione delle bonifiche si alzano nuove tensioni. Arriva la transazione attiva per i terreni di proprietà della ex Cementir del gruppo Caltagirone. Nella sua relazione il sindaco e commissario straordinario Gaetano Manfredi lo aveva già anticipato: “Il pluriennale contenzioso – è scritto nel testo – con la società Basi15 (di proprietà di Caltagirone, ndr) – si sta indirizzando verso una composizione transattiva i cui contenuti saranno affinati nelle prossime settimane al fine di sottoporre il possibile testo di pre-accordo all’attenzione della Cabina di regia”.

Il gioco a scacchi su Bagnoli non poteva avere vita lunga. E così sulla questione delle bonifiche si alzano nuove tensioni

Si sta parlando di 7 ettari di terreni che tornerebbero in mano pubblica e passerebbero ad Invitalia, pronta a continuare le bonifiche. Il prezzo di acquisto corrisponderebbe ai costi di bonifica e diventerebbe una compensazione: i terreni dati in cambio della bonifica dei suoli inquinati. In questo modo si metterebbe fine ai tre contenziosi amministrativi tra il commissariato straordinario, Invitalia e lo stesso gruppo Caltagirone. Poi c’è la questione della colmata, i circa 200mila metri quadrati di materiale di risulta provenienti dall’ex Italsider.

La legge del 1996 ordina la rimozione completa ma da 28 anni è lì come simbolo dell’immobilismo trentennale su bonifica e riqualificazione dell’ex insediamento siderurgico. Ora spunta la rimozione parziale e la “messa in sicurezza” su cui converge la Cabina di regia: in pratica si sigilla tutto per creare una piattaforma che conduce al mare (solo se non sarà più inquinato ma servono altri 600 milioni per la bonifica dello specchio d’acqua).

“Avevamo approvato con bando pubblico internazionale il progetto della Bagnoli da ricostruire senza ulteriore consumo di suolo, con molto verde, servizi, sport, edilizia sociale e popolare, terziario, poli di ricerca e di sviluppo. Il sindaco Manfredi garante dei poteri forti napoletani e romani e non del bene comune, del popolo e della città, inverte la rotta e straccia gli accordi: si fa dare poteri commissariali per avere mani libere per mettere le mani su Bagnoli, cancella la bonifica integrale e la rimozione della colmata, vuole modificare il piano regolatore, elimina il principio chi inquina paga danneggiando vittime e città”.

Nel 2014 con Renzi premier ci furono scontri durissimi. Ma l’area è il sogno degli speculatori

Ieri di buon mattino l’ex sindaco Luigi de Magistris attacca l’attuale primo cittadino e ricorda anche la sua battaglia contro Matteo Renzi premier negli anni della sua consiliatura. “Passa il concetto che lo Stato paga, ma in realtà lo Stato finanzierebbe quello che già deve a Bagnoli e non risarcirà più come dovrebbe ed in cambio Roma avrà via libera per fare di Bagnoli quello che vuole a braccetto con speculatori, poteri forti e colletti bianchi prenditori. Quindi – conclude de Magistris – lo Stato altro che risarcire, ci guadagna grazie a Manfredi che ha utilizzato il ruolo di sindaco con poteri commissariali per vendere la città e consentire le mani sulla città. È un tradimento pericolosissimo per il territorio, per la salute, per la legalità, per lo sviluppo, per i beni comuni. Va fermato questo disegno scellerato prima che sia troppo tardi perché è un vero e proprio attacco alla città”. I comitati sono in subbuglio, a breve ci saranno iniziative. Lo avevano promesso: “scendemmo già in piazza, lo faremo ancora”.