Ci mancava il casinista Casini a farci la morale. Da 40 anni in Parlamento, ora l’ex presidente della Camera pontifica contro lo squallore della politica

Ci mancava il casinista Casini a farci la morale. Da 40 anni in Parlamento, ora l’ex presidente della Camera pontifica contro lo squallore della politica

Pier Ferdinando Casini è il parlamentare più longevo ancora in carica: dalla nona (1983) alla sedicesima legislatura alla Camera se le è fatte tutte in fila. E poi nelle ultime due ha voluto provare l’ebrezza di una cosa nuova e perciò nella diciassettesima e la diciottesima, quella in corso, è transumato al Senato. E quindi sono la bellezza di 38 anni filati che sta in Parlamento e se l’attuale legislatura si concluderà naturalmente fra due anni saranno 40 anni consecutivi trascorsi tra gli scranni dei due rami del Parlamento. Un vero record mondiale. Si direbbe che Casini sia nato per fare solo e unicamente il deputato o il senatore.

La sua storia inizia nella Democrazia cristiana a Bologna dove diviene consigliere comunale e la sua fortuna è quella di incocciare Arnaldo Forlani a sua volta ex collaboratore del “cavallo di razza” Amintore Fanfani e poi con Gava e Scotti fondatore di Azione popolare, cioè il grande centro Dc. In seguito si emancipa e diviene leader di piccoli partiti che, dopo la caduta della Balena Bianca, disintegrata da tangentopoli, tentano inutilmente di far rivivere il centro ottenendo solo pericolosi movimenti dotati di pochi voti e grande potere di ricatto politico, soprattutto in regime di legge elettorale proporzionale.

Leader del Ccd (Centro cristiano democratico) e al potere con il centro-destra di Silvio Berlusconi dal 1993 al 2000 in seguito con l’Udc (Unione dei cristiani democratici e di centro) scopre anche l’ebbrezza del centrosinistra con l’appoggio al governo Gentiloni, finisce per essere eletto addirittura con il Pd nel 2018, grazie a Matteo Renzi, non prima di fare un celebre intervento politico alla Bolognina, cioè nella storica sezione dove Achille Occhetto pose fino al Pci. Come si vede una traiettoria tipica di un centrista professionista che parte dalla destra Dc per finire con il partito erede degli ex Comunisti.

Ora Casini lo vediamo ogni sera in Tv o la mattina sui giornali che pontifica – con una grande faccia di bronzo – contro lo squallore della politica attuale e contro il premier Giuseppe Conte. Proprio lui che gli schieramenti se li è girati tutti appoggiando – a seconda della convenienza – una volta il centrodestra e l’altra il centrosinistra. Per carità tutto legittimo e “congruente” con una certa (opinabile) interpretazione del centro, ma da questo a fare i predicozzi sull’etica politica agli altri ci pare che ci passi veramente il mare.