Comune sciolto per camorra. Falliscono anche gli arancioni. Il ministro Salvini fa commissariare Arzano. Terzo provvedimento per mafia in undici anni

Non c’è antidoto ai veleni che la camorra inietta nella pubblica amministrazione. Almeno sembra introvabile ad Arzano, centro industriale a pochi chilometri da Napoli, una di quelle città del meridione in cui governare appare un’impresa impossibile. Giunte di centrosinistra, di centrodestra e persino arancioni sono tutte crollate miseramente e il Comune è finito commissariato per mafia tre volte nel giro di undici anni. Ad appena sei giorni dal voto a inviare nuovamente i commissari lunedì sera è stato il Consiglio dei Ministri accogliendo la richiesta del ministro dell’interno, Matteo Salvini.

LA DECISIONE. Palazzo Chigi ha specificato che, “all’esito di approfonditi accertamenti”, sono emerse di nuovo ingerenze della criminalità organizzata “che espongono il consiglio comunale di Arzano alla compromissione del buon andamento dell’attività amministrativa”. Per 18 mesi a gestire l’ente locale provvederà una commissione straordinaria. Una decisione presa in extremis. Con le dimissioni di 13 consiglieri su 24, a febbraio era caduta la giunta della sindaca arancione Fiorella Esposito (nella foto) e domenica i cittadini erano chiamati a votare per il rinnovo del Consiglio, con tre candidati a sindaco, tra cui la stessa Esposito.

SENZA SOLUZIONE. Era il 2008 quando, dopo tre anni di amministrazione di centrosinistra, Italia dei Valori compresa, il consiglio comunale di Arzano venne sciolto per mafia. Con la speranza che i commissari avessero rimesso ordine nell’ente locale, nel 2010 venne eletto un sindaco di centrodestra. Ma nel 2014 arrivò il secondo commissariamento per mafia. E non è andata meglio alla dirigente scolastica Fiorella Esposito, che con DemA, il partito degli arancioni di Luigi De Magistris, si era proposta un cambio di passo e una gestione finalmente virtuosa dell’ente, nel segno della legalità. La camorra sembra sia stata più forte in un territorio dominato da un’organizzazione criminale nota come quella del “Rione 167”, legata al potente clan degli Amato-Pagano, protagonista quest’ultimo di una feroce guerra nel 2011 con i Di Lauro.

L’AUDIZIONE NEL 2017. Due anni fa, appena eletta, Esposito venne ascoltata dalla commissione parlamentare antimafia. L’esponente degli arancioni parlò di un lunghissimo elenco di debiti fuori bilancio, una situazione economica “che disastrosa è dire poco”, e carenza di personale nei punti chiave, urbanistica e finanze. “Penso che si dovrebbe prevedere una sorta di bonifica o sanatoria anche per la parte amministrativa”, dichiarò la sindaca, assicurando che il consiglio comunale era completamente rinnovato e composto da “persone con belle idee”. La contiguità tra politica e malavita organizzata sembra invece non essere venuta meno. Appalti opachi e riciclaggio sono andati avanti. E il ritorno alla normalità in un centro così difficile appare sempre più lontano.